Il 1° dicembre, giornata mondiale contro l’Aids


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Write Aids a Ferrara

Un concorso giornalistico organizzato per ricordare i pericoli e l’attuale condizione dell’Hiv

di Nello Rega

Un premio giornalistico per denunciare e ricordare in modo diverso, ma con la massima obiettività, quello che resta nel mondo una delle malattie che procura la morte di milioni di persone. “Write Aids”, patrocinata dal Segretario Sociale Rai e ideato due anni fa da Azienda Usl territoriale di Ferrara e Azienda ospedaliero-universitaria, è un’iniziativa per raccontare attraverso i lavori in concorso e le esperienze di operatori sanitari, cosa è stato fatto fino ad oggi contro l’Aids e quanta strada ancora bisogna percorrere. Il primo dicembre, giornata mondiale dedicata all’Hiv, centinaia di studenti si ritroveranno a Ferrara con operatori del settore e società civile a interrogarsi sul problema Aids, prendendo come spunto gli articoli giornalistici arrivati da tutta Italia, con racconti esistenziali e storie di “ordinario dramma”.

Nel mondo sono 33,4 milioni le persone affette dal virus dell’Hiv con una quota del 67% contagiata nell’Africa sub sahariana e 2,1 milioni di bambini che vivono con l’Hiv. In Italia sono stimati 170-180 mila sieropositivi, 22 mila malati di Aids, con un 25% di sieropositivi che non sa di essere infetti.

Come ci racconta Riccardo Forni, giornalista dell’ufficio stampa dell’Ausl di Ferrara, “l’attenzione dei media è formalmente alta con un atteggiamento d’allarme che rilancia sull’opinione pubblica del mondo occidentale numeri e drammi di una realtà apparentemente lontana che è, invece, così vicina a noi. Resta purtroppo molto basso il livello di consapevolezza dei rischi legati alla ‘normalità del fenomeno Aids’. Per non parlare dei continui annunci della scoperta di un nuovo vaccino che ancora non c’è. Ed è per questa ragione che i giovani non sanno bene di cosa si stia parlando mentre il mondo ‘adulto’ pensa che il virus sia scomparso o guaribile, dimenticando che non esiste ancora un vaccino e i farmaci possono solo intervenire sull’aspettativa di allungamento della vita, con forti limiti al livello di qualità della quotidianità. La realtà è molto diversa, troppo. Non esiste un vaccino sicuro contro l’Aids, nonostante la ricerca proceda con intense sperimentazioni e le terapie prolunghino la vita dei sieropositivi che, in ogni caso, non guariscono, con un potenziale di diffusione che aumenta per questo immotivato ‘cessato allarme’”.

In quest’ottica si inserisce l’iniziativa “Write Aids” dell’Ausl di Ferrara, una voce “fuori dal coro” per raccontare la verità e per continuare un cammino di conoscenza del fenomeno. “Oggi le cosiddette categorie a rischio non sono più i tossicodipendenti e gli omosessuali. Sono cambiati i metodi di trasmissione dell’Hiv. Le giovani generazioni non sanno quello che i loro padri hanno temuto”. E’ quanto racconta a Televideo Luisa Garofani, direttore del Ser.T dell’Ausl di Ferrara e “mente” dell’iniziativa “Write Aids”. “Abbiamo lanciato questo concorso giornalistico, rivolto a tutti, per tutte le forme espressive riproducibili con i mezzi informatici. Abbiamo ricevuto una valanga di scritti, spot, lavori di gruppo. Tutti a testimoniare come la sensibilità delle persone, più di quella delle istituzioni, sia presente e desiderosa di partecipare in modo creativo”. La dottoressa Garofani che ha dedicato la sua attività professionale e gran parte anche della sua vita privata al Ser.T, ovvero il servizio per la prevenzione , cura e riabilitazione delle dipendenze patologiche, ricorda l’importanza “di dare voce ai suoi pazienti sieropositivi, testimoniando ogni anno il suo impegno per combattere lo stigma e per riaccendere l’attenzione di tutti sul problema Aids”.

Oggi si assiste anche uno slogan, sempre più in voga tra i giovani: sesso senza protezione. Perché? “Sembra uno slogan liberatorio, contro il tabù dei rapporti sessuali in età giovanile, ma nasconde più di un problema: dalla trasmissione di malattie per via sessuale, alla possibilità di infezioni virali come l’Aids”. Luisa Garofani, che certamente non abbassa la guardia, continua il suo racconto: “Non sappiamo più come dirlo. Adolescenti e non solo, sulla questione della protezione dei rapporti sessuali sembrano avere solo una certezza: fare sesso senza condizioni. A noi sta a cuore la sicurezza di un gesto spontaneo, che sia affettivo o di puro piacere, non il giudizio su come lo fanno e con chi. Basta guardare i dati del Rapporto nazionale sull’infanzia-adolescenza Eurispes Telefono Azzurro. Sull’uso del profilattico il 33,9 non risponde, il 14% lo usa spesso, il 12,4% qualche volta, il 7,7% mai, il 31,7% sempre. Dati che devono far riflettere e che metteremo in evidenza il primo dicembre a Ferrara nel corso dell’iniziativa “Write Aids”.

Per approfondimenti: www.ausl.fe.it