PRECIOUS

di Sandro Calice

PRECIOUS

di Lee Daniels, Usa 2009 (Fandamgo)
Gabourey 'Gabby' Sidibe, Mo'Nique Imes, Paula Patton, Mariah Carey, Lenny Kravitz, Sherri Shepherd, Nealla Gordon, Stephanie Andujar, Amina Robinson, Chyna Layne, Xosha Roquemore, Angelic Zambrana, Nia Fraser, Melissa Ali
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Ci si può aggrappare con ostinazione anche alla più disgraziata delle vite, coltivando la speranza a dispetto di tutto.

New York 1987. Claireece Precious Jones (Sidibe) ha 16 anni, è nera e grassa e i compagni di scuola la credono ritardata. E’ semianalfabeta, ma è brava in matematica, e sente che la scuola è l’unica cosa che la tiene a galla. Il padre l’ha sempre violentata, da che lei ricordi. A 12 anni è rimasta incinta ed è nata “Mongo”, affetta da sindrome di Down. Vive con la madre Mary (Mo’Nique), depressa, violenta, che guarda tutto il giorno la tv e vive dei sussidi sociali, che la accusa di averle “rubato l’uomo”, che la insulta, la picchia e abusa di lei. Ora è in cinta di nuovo, e quando a scuola se ne accorgono minacciano di espellerla. A meno che non accetti di andare in una scuola “alternativa”. Ci va. E conosce Miss Rain (Patton). Forse una nuova vita sta per iniziare.

Lee Daniels (regista di “Shadowboxer” e produttore di “Monster’s Ball”) ha aspettato qualche anno per acquisire la giusta distanza dal romanzo della poetessa statunitense Sapphire (ora “Precious”, ma originariamente uscito col titolo “Push”) e decidere di portarlo al cinema. Un romanzo nato dalla lunga esperienza di Sapphire come insegnante ad Harlem, ispirato e stimolato da vite reali, un racconto – come dice la scrittrice – in cui “mi sono spinta oltre, fino al limite dell’orrore, perché era necessario farlo, era necessario raccontare quelle storie”. E il film (una messe di premi in giro per il mondo), tagliando la parte “hard-core”, ci porta dentro una di queste storie, tutti interi, cervello e stomaco. E le lacrime scorrono. Precious-Gabby è perfetta per farci sentire “in colpa” per tutti i nostri pregiudizi sugli obesi e sui perdenti in generale, precipitandoci con lei in un normale abisso di barbarie quotidiane. Lei semplicemente si sente la persona più brutta del mondo, perché così i genitori e il resto del mondo le hanno insegnato (“a me l’amore mi ha fatto male” dice all’insegnante). E però va avanti, con tenacia e dolcezza, con feroce tenerezza, perché deve imparare ad amarsi, a non essere considerata più “una macchia di unto nero da lavare via”, se non per lei per i suoi figli almeno. E quando proprio non ce la fa fugge, con la mente, con la fantasia, in una realtà dove è una star amata e desiderata. Soprattutto grazie alle straordinarie attrici, Daniels riesce a raccontare tutto questo toccando i diversi registri emotivi con leggerezza, con la delicatezza con cui, appunto, si tratta una cosa preziosa. Contestato dagli intellettuali afroamericani per i tanti stereotipi, forse non è un capolavoro, ma è un film da non perdere.