di Sandro CaliceA NATALE MI SPOSO
di Paolo Costella, Italia 2010 (Medusa)
Massimo Boldi, Nancy Brilli, Vincenzo Salemme, Enzo Salvi, Elisabetta Canalis, Massimo Ceccherini, Teresa Mannino, Loredana De Nardis, Lucrezia Piaggio, Jacopo Sarno, Valeria Valeri.
Arriva il primo dei cosiddetti cinepanettoni. Allegri, quest’anno ce ne toccano tre. Comincia Massimo Boldi che dalle mete esotiche degli scorsi anni ci riporta sulle montagne innevate di casa nostra.
Gustavo Godendo (Boldi) è il cuoco milanese della trattoria romana “Parolacce e supplì”, che lui vorrebbe rendere un ristorante di classe segnalato dalla guida Michelin. Con lui lavorano il figlio Fabio (Sarno), il cameriere romano Rocky (Salvi), ex pugile col vizio della scurrilità, e il lavapiatti toscano Cecco (Ceccherini), con la passione fisica per le donne “poco sode” e di età molto avanzata. Un giorno nel famoso ristorante di fronte alla trattoria arrivano Steve (Grechi), figlio di un banchiere svizzero, e Chris (Piaggio) per incaricare lo chef del banchetto delle loro prossime nozze. Ma Chris è l’ex fidanzata e il grande amore di Fabio, che con uno stratagemma riesce a dare a Steve il bigliettino da visita della trattoria facendogli credere sia quello dello chef. Gustavo e tutta la combriccola si troveranno così catalputati a Saint Moritz, dove troveranno i genitori di Chris, Tony (Salemme), pseudo scrittore e scialacquatore di patrimoni, e Sara (Brilli) ereditiera svampita, oltre alle wedding planner Gina (Mannino) e Paloma (Canalis). Comincia a questo punto l’ovvia valanga di malintesi, doppi sensi, umori e umorismi vari che condurranno tutti al rassicurante lieto fine.
Bisogna avere rispetto delle tantissime persone che ogni anno affollano le sale per godersi queste commedie sempre uguali da trent’anni. E siamo sicuri sarà così anche questa volta. Loro possono smettere di leggere qui. Ma bisogna avere rispetto anche per tutti gli altri, ai quali diciamo che Costella (“Tutti gli uomini del deficiente”, “La fidanzata di papà”) fa un film che stilisticamente sembra arrivato direttamente dagli anni ’80, con una par condicio di personaggi “regionali” per non scontentare nessuno che dire stereotipata è poco, con una comicità che ci preoccupa pensare ci sia qualcuno che ne rida davvero, parlando di un’Italia da furbizie e bunga bunga di cui francamente – visti i tempi – non c’è niente da ridere. Con buona pace di Brilli e soprattutto di Salemme, che pure sarebbe bravo.