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Lazio fermata dal Catania, resta a -3

Risveglio Inter anche in campionato. L'Udinese stende il Napoli (3-1)- Il Palermo travolge la Roma e la supera in classifica benitez_296

di Gianluca Luceri

Che romanzo, il calcio, pieno di pagine romantiche e incredibili. Pagine tutte concentrate in Inter-Parma, dove non manca veramente nulla. C'è l'appuntamento col destino, con la doppietta (più un palo) dell'indimenticato e ormai brizzolato ex Crespo. C'è la dea bendata che si mette una mano sulla coscienza di fronte a un'Inter decimata dalle assenze, aiutando 'sfacciatamente' Stankovic sull'1-1 e il 2-1 (due tiri nettamente deviati). E ci sono il cuore, la rabbia e il 'barcollo ma non mollo' di un gruppo che, seppur tra enormi sofferenze, si rimette in piedi nel giro di 4 giorni. San Siro prima trema poi gioisce: il 5-2 inflitto agli emiliani (sei palle-gol e due legni), è infatti bugiardello. Una partita a flipper con la palla che schizza di qua e di là, le squadre lunghissime, le occasioni a pioggia, i voli portentosi (almeno tre) di Castellazzi e quelli un po' meno convincenti di Mirante. Sette reti per un autentico 'helzapoppin' che stringe i bulloni della panchina di un Benitez ufficialmente tranquillo ma praticamente in bilico.

Un quattordicesimo turno iniziato con un sabato da… molto rumore per nulla. E contagiato dalla 'pareggite'. Due titoli: Pazzini rallenta la fuga della capolista Milan, Pepe salva la Juve all'83'. Bottini spartiti a Marassi e all'Olimpico: un punto a testa che non può non piacere a Samp e Fiorentina, ma che non fa godere un granchè rossoneri e bianconeri. Dopo quattro successi consecutivi, un gran primo tempo e una partita quasi interamente dominata, Max Allegri non va oltre l'1-1 finale. Stavolta fa centro Robinho e un sospetto nasce: no Ibra no party? Mancano ancora i numeri per affermarlo, di certo appena Zlatan resta a secco, il Milan frena. Sensazione però che sia solo un caso, visto che la squadra ha giocato, creato e sprecato, "la miglior partita disputata", l'ha definita il tecnico del Diavolo, che ha aggiunto un "meritavamo di stravincere" oggettivamente poco opinabile.

Il Milan resta comunque lassù, a guardare tutti dall'alto in basso, e la Juve non coglie l'attimo, bloccata in casa da una buona (e ordinata) Fiorentina. Mai nominare la parola scudetto: come Delneri l'ha fatto, è stato incenerito. Nel dopo-gara, il tecnico è però ripartito all'assalto: "Persi due punti, ma la la classifica la guardo a maggio". Per la Signora, comunque, una chiara occasione sprecata: vincendo, sarebbe salita a -4 dai rossoneri; con il pareggio invece resta lì dov'era, a sei lunghezze di ritardo. Capitalizzando un autorete di Motta in avvio, Mihajlovic rovina così la festa alla Juventus e riporta a Firenze un punto bello pesante, catturato con un altro 'ferito' sul campo: ad inizio ripresa Gilardino, l'unica punta vera rimasta a disposizione, si è infatti stirato. Parentesi su Boruc. Il portiere polacco, ex Celtic e sostituto di Frey, a volte sembra Yashin (due interventi a dir poco strepitosi su Iaquinta e Chiellini), altre volte assomiglia... a Valdir Peres, l'anello clamorosamente debole del fantastico Brasile 1982. Il gol preso da Pepe su punizione non è da portiere di livello. Qualcosa di simile era già successo con la Roma all'Olimpico: parate sicure e un'uscita 'da pivello' completamente a vuoto che aveva regalato il gol a Perrotta. Problema di concentrazione, verrebbe da pensare, che non sembra proprio il suo forte.

Dopo Parma, secondo pari consecutivo per Lazio, stoppata in casa da un Catania rimaneggiato ma non rinunciatario. Etnei avanti con una capocciata di Silvestre (44'), supito ripresi da un destro chirurgico di Hernanes (47'). I biancocelesti, apparsi meno lucidi soprattutto in attacco, non sfruttano il pari di Ibra e compagni e la classifica dice sempre -3. La Lazio fa la partita ma davanti non ha il Pippo Inzaghi della situazione, uno spietato castigatore d'area che concretizzi la mole di gioco e finalizzi negli ultimi 20 metri. La classifica, sia chiaro, resta scintillante, ma tra il rincorrere il Milan e inseguire un posto in Champions, l'obiettivo più reale sembra effettivamente il secondo.

Stadio Friuli: Napoli affondato… da un napoletano. Così è la vita. The winner is… Di Natale. Totò fa tutta la differenza del mondo bussando tre volte nella porta dell'ex De Sanctis: 1-0 su rigore, 2-0 con un destro all'incrocio di rara bellezza, 3-0 da calcio d'angolo con la complicità di Hamsik, che appostato sul palo 'cicca' completamente l'intervento. Udinese tostissima, applausi a Guidolin per come ha letto e interpretato la gara, e cenere sul capo ai partenopei, che dovranno 'tornare più preparati' all'esame di maturità. La squadra di Mazzarri approccia male alla partita e si sveglia tardi. C'è ancora lo slovacco Hamsik sul taccuino del match: accorcia con un missile dalla distanza ma a ruota sbaglia il rigore del possibile 3-2 (bravo comunque Handanovic) che avrebbe clamorosamente riaperto i giochi.

Matri, Matri, Canini: Donadoni batte il secondo colpo sulla panchina del Cagliari. La cura scelta dal presidente Cellino sembra funzionare. Dopo l'acuto di Brescia, ecco il 3-2 sul Lecce, risultato che poteva essere più rotondo senza un secondo tempo un po' troppo molle, che quasi consente ai salentini, in gol con Olivera e Di Michele, di rientrare in partita. I numeri però sorridono all'ex ct azzurro, che raccoglie in due settimane gli stessi successi ottenuti da Bisoli nelle prime 12 giornate. Tempi duri in arrivo per De Canio, penultimo in graduatoria e a rischio-esonero.

Continua ad annaspare il Bari: l'1-1 al San Nicola contro il Cesena è un brodino che non rianima la classifica di nessuno. Pugliesi ultimi, romagnoli penultimi, e il futuro di entrambi i club denso di nubi minacciose. Apre Colucci su rigore, risponde a ruota Capuano, autore della prima rete in serie A. Per Ventura un'unica ma effettiva scusante: il numero impressionante di assenti.

Nel pantano del Rigamonti, imbiancato da fiocchi grossi come una casa, esce lo 0-0 tra Brescia e Genoa. Pattinando sull'erba, e resistendo stoicamente in piedi, le due formazioni se la giocano però fino in fondo. Occasionissime per Toni (due), Caracciolo e Berardi nel primo tempo. Rossoblù più spigliati nella ripresa ma è il portiere Eduardo, in pieno recupero, ad intervenire con un prodigio su un cross di Dallamano e ad evitare il sicuro 1-0 dell'airone Caracciolo.

Tempo da lupi a Bologna. Nevica che è una bellezza sotto le Due Torri, impossibile giocare al Dall'Ara la sfida contro il Chievo. Partita rinviata, l'ipotesi più probabile è che si recuperi l'8 dicembre.

Il posticipo serale ferma a sette la striscia positiva della Roma e porta a tre il numero di vittorie consecutive del Palermo. Al 'Barbera' i rosanero vincono 3-1 e scavalcano i giallorossi in classifica portandosi a quota 23, al pari dell'Inter al quinto posto. La squadra di Delio Rossi controlla bene la gara e colpisce con Miccoli nel primo tempo e con l'uno-due di Ilicic e Nocerino (che conclude un contropiede scattato su azione d'angolo della Roma) in appena quattro minuti nella prima metà della ripresa. Totti indora la pillola con un bel diagonale, ma è già il 92'. E prima Julio Sergio si era dovuto superare un paio di volte per non rendere più pesante il passivo. La festa della notte è tutta per il Palermo: la zona Champions, sfuggita lo scorso anno, è a un solo punto.