Più libri più liberi, la fiera dell’editoria indipendente, è giunta alla nona edizione. Al presidente dell’Associazione italiana piccoli editori, Enrico Iacometti, chiediamo quali sono i punti di forza della manifestazione, gli elementi di attrattiva.
"Innanzitutto, è l’unica iniziativa, non solo in Italia ma anche in Europa, dedicata alla piccola e media editoria, quindi agli editori che difficilmente si incontrano in libreria, perché i best-seller si trovano dovunque, i nostri libri è più difficile trovarli. Il pubblico che viene alla Fiera di Roma s’imbatte in titoli che difficilmente vede durante l’anno. In questi nove anni ha raggiunto un’importanza notevole, tutti i piccoli editori vorrebbero partecipare, ma purtroppo lo spazio è limitato. Quest’anno, facendo miracoli ne abbiamo aggiunti quindici in più rispetto all’anno scorso, ma ce ne sono 115 in lista di attesa".
A fronte di un calo generale dei consumi culturali, il mercato del libro registra dei dati positivi, secondo il rapporto dell’Aie (Associazione italiana editori) riferito al 2009, con una crescita di fatturato del 3,5% e un aumento della lettura di libri dell’1,1%. Risultati che possiamo confermare? E quali sono le aspettative?
I dati del 2009, quindi già in piena crisi di consumi, sono stati abbastanza favorevoli. Il fatturato ha avuto un incremento, così come è aumentato il numero delle piccole case editrici che sono nate. Per quanto riguarda il 2010, da alcuni incontri avuti con i colleghi, i dati potrebbero essere più problematici. La crisi dei consumi comincia a farsi sentire anche nell’editoria, seppure il libro è il prodotto che regge meglio in tempi di crisi economica.
Qual è il motivo della tenuta?
Siamo vicini al Natale, che di solito per i libri è un momento importante. Basti pensare che un andamento positivo del Natale può portare in positivo l’andamento di una casa editrice. Il libro è un oggetto regalo che costa poco rispetto ad altre cose, poi è molto identitario, si fa ricordare. Di solito, in tempi di crisi, quando non si sa cosa regalare viene privilegiato il libro.
Le nuove tecnologie, l’avvento dell’e-book penalizzano la piccola editoria o possono rappresentare una novità preziosa?
In questo momento possiamo fare solo delle previsioni perché i dati di vendita dei libri on line sono ancora praticamente inesistenti. Certamente è significativa l’esperienza americana dell’ultimo Natale, in cui l’e-book ha venduto quanto i libri cartacei, però quelli “hard cover”, ossia quelli più cari, i meno diffusi. Per quanto riguarda il nostro Paese, abbiamo notato anche quest’anno un incremento delle vendite on line dei libri cartacei. Da qualche giorno in Italia c’è anche Amazon, e aumentano le possibilità di acquistare i libri via internet. E’ un settore che ha degli incrementi interessanti, ma il fatturato è ancora marginale rispetto al fatturato generale. Quindi la vendita dei libri cartacei on line è sicuramente per i piccoli editori un’opportunità, perché queste organizzazioni hanno a disposizione tutti i cataloghi e il lettore può trovarvi quello che vuole. E’ una libreria amplissima in cui ci sono gli spazi anche per i piccoli. Non bisogna dimenticare che se usciamo dai capoluoghi di provincia o regione, è difficile trovare i libri dei piccoli editori.
Per quanto riguarda invece la vendita dei contenuti, ci sono già diverse migliaia di titoli che si possono acquistare in formato elettronico, anche di piccoli editori, ma credo che il fatturato sia ancora poco significativo. Cosa accadrà? Certamente è una rivoluzione a cui anche i piccoli dovranno partecipare. Certamente queste vendite aumenteranno, alcuni generi o tipologie di libri si venderanno magari soltanto on line, non più in cartaceo. Probabilmente, questo nuovo mezzo trasformerà anche la scrittura dei libri. Le case editrici dovranno adeguarsi e aggiornarsi. Per le piccole può essere un’opportunità, ma è frenata dal fatto che queste cose richiedono investimenti e i piccoli editori non hanno un grande accesso al credito. Infatti, come categoria, stiamo chiedendo che siano previsti dei crediti agevolati a medio termine per consentire la ristrutturazione tecnologica delle case editrici piccole.
Dai vostri dati, emerge che c’è un incremento anche nella pubblicazione dei titoli, il 6% nel 2009. Un buon segnale anche questo.
Non sempre questo è un buon indice. Perché quando si ha difficoltà a vendere, la prima reazione di un editore è quella di aumentare il numero di titoli, far crescere l’offerta per cercare di aumentare il fatturato. Quindi questo può non essere un segno di vitalità. R. M.