Sono crollati altri due muri all'interno dell'area archeologica di Pompei. La notizia è stata confermata dal sindaco di Pomepi, Claudio d'Alessio. Secondo le prime informazioni si tratta di due pareti senza affreschi. Ieri c'é stato il crollo di un muretto grezzo di sei-sette metri nel giardino della Casa del Moralista mentre il 6 novembre scorso ci fu il cedimento della Schola Armaturarum.
Il crollo ha interessato due muretti della lunghezza complessiva di due metri. Il primo é avvenuto in via Stabiane mentre il secondo cedimento si è verificato nel Lupanare Piccolo. In entrambi casi si tratti di muri senza affreschi anche se la Soprintendenza sta valutando i casi. Il cedimento sarebbe conseguenza della pioggia abbondante caduta negli ultimi giorni.
SOPRINTENDENTE: 'NO ALLARMISMI'
"Si tratta di episodi possibili nel corso della vita di uno vasto sito archeologico di 2000 anni, soprattutto in condizioni climatiche come quelle di questi giorni e che non devono generare alcun allarmismo né generare casi sensazionalistici." La soprintendente di Pompei Jeannette Papadopoulos commenta così i due nuovi crolli scoperti questa mattina nel sito archeologico. E dalla sopritendenza spiegano che "Stamane, tra le 7 e le 7,30, si è verificato il cedimento per un altezza di circa 2 metri e per una larghezza di circa tre metri della parte superiore del muro grezzo in opera incerta divisorio tra i civici 1 e 2 della reg. VII, ins. 2, lungo la via Stabiana. La zona è stata immediatamente transennata e si stanno già mettendo in atto i primi interventi". Contestualmente, proseguono dalla soprintendenza di POmpei, "é stato rilevato anche il cedimento della parte superiore della parete d'accesso di un piccolo ambiente laterale di servizio della casa detta del lupanare piccolo (Reg. IX, ins.5, nr.16), chiusa al pubblico. Anche in questo caso si sono immediatamente posti in opera gli interventi del caso. Le cadute di tali parti murarie- concludono- vanno verosimilmente riportate alla perdita di coesione della malta antica che le legava a seguito delle martellanti piogge di questi giorni".
SOLO 48 ORE FAGIU' UN ALTRO MURO
Ieri ancora un crollo all'interno degli Scavi di Pompei: un muretto grezzo di sei-sette metri per 60/70 centimetri di altezza nel giardino della Casa del Moralista, la domus pompeiana che deve il nome alle frasi moralizzatrici che il proprietario aveva fatto incidere sui muri per i suoi ospiti. Niente di che, se si pensa alla recente ferita del crollo della vicina Schola Armaturarum, ben più imponente, ma quanto basta per svelare le magagne di un sistema di manutenzione che vede una tra le aree archeologiche più importanti del mondo impotente rispetto alle piogge abbondanti. Insomma, sarà pure poca cosa, ma l'ultimo cedimento negli Scavi oltre a riaprire la ferita non ancora sanata del disastro del 6 novembre scorso, riaccende le polemiche nei confronti del ministro Sandro Bondi. Il luogo è lo stesso dove è avvenuto il crollo della Schola Armaturarum, quella via dell'Abbondanza che è una delle principali arterie della città archeologica di 66 ettari. E anche questa volta, come circa un mese fa, a cedere è stato il terrapieno che si trova alle spalle delle antiche costruzioni, a pochi metri l'una dall'altra. Ingrossato dalle abbondanti piogge di questi giorni, il terreno che sta alle spalle della domus ha travolto la staccionata di legno che lo doveva contenere e ha abbattuto un pezzo di quel muro che, bombardato durante la seconda guerra mondiale, era stato rifatto uguale a prima con la sua caratteristica pietra pomice del 79 d.C. mista a malta.
Il muro - assicurano dalla Soprintendenza - si potrà ricostruire per l'ennesima volta, ma l'allarme resta per tutti gli altri che non godono di copertura. E sono tanti. "Viviamo una emergenza continua - spiega il soprintendente degli Scavi di Pompei Jeannette Papadopoulos dopo aver constatato di persona l'entità del danno - Pompei è una città fragile e se continua a piovere così tutti i muri senza copertura sono a rischio. Purtroppo sono due mesi che sto qui e non fa che piovere. In ogni caso - ha sottolineato - quanto accaduto oggi non è paragonabile a episodi più gravi". Per il futuro l'impegno è quello di procedere con la mappatura dell'area, ma si capisce che di fronte al perdurare delle piogge non si possono escludere nuovi crolli: "Spero di no, stiamo lavorando per evitarli" è la replica. I carabinieri, intanto, hanno acquisito una serie di documenti negli uffici della Soprintendenza degli Scavi: l'obiettivo è ricostruire la gestione recente e verificare la correttezza degli interventi. Gli stessi militari non escludono che il crollo di oggi possa risalire a qualche giorno fa. Per il direttore degli Scavi Antonio Varone "la casa del Moralista non è a rischio crollo e le piogge di questi giorni sono davvero inusuali".
Parole che servono a raffreddare la temperatura, ma non a stoppare il fuoco incrociato che si alza verso il ministero diretto da Sandro Bondi. Contro di lui si scaglia il Pd con Bossa, Marcucci e Vaccaro e l'Idv con Belisario. Per Casini (Udc) il ministro non ha colpa ma "questi crolli sono la metafora dello stato in cui versano i beni culturali". Dalla Regione Campania si leva la voce dell'assessore al Turismo Giuseppe De Mita che chiede al ministro un'azione "più efficace e concreta". "Occorre - la replica di Bondi - evitare ogni inutile allarmismo. La situazione a Pompei è continuamente monitorata dalla soprintendenza: il cedimento non ha coinvolto alcun manufatto di pregio storico, artistico o archeologico". "Evita i contrasti e rinvia i litigi se puoi" recita una delle iscrizioni all'interno della Casa del Moralista. E chissà cosa penserebbe oggi l'ignoto Moralista sapendo che duemila anni dopo proprio la sua casa è al centro di un vespaio senza fine.