La bolla del mercato della casa è stata una causa fondamentale della crisi globale che oggi attraversiamo. Essa ha avuto origine negli Usa e si è poi diffusa a cascata in molti altri Paesi sotto forma di fallimenti finanziari e di una stretta creditizia globale.
La percezione che il prezzo degli immobili potesse soltanto salire, ha creato un’atmosfera che invitava le istituzioni finanziarie ad allentare i propri criteri e a correre il rischio di inadempienza dei debitori.
In Italia il prezzo degli immobili è salito notevolmente (negli ultimi 5 anni è raddoppiato) ma ora si registra una gelata sui mutui e le compravendite. La battuta d’arresto della domanda dei mutui è dovuta a più fattori. In particolare, si registra una maggiore selettività da parte delle banche che, in risposta alle tensioni finanziarie, sono tornate prudenti quando devono concedere un mutuo; pesa inoltre la scarsa liquidità delle famiglie, peraltro sempre più preoccupate.
Cosa fare per uscire dalla crisi globale? In tutti i Paesi il compito esige una forte leadership politica. Le nostre società dovranno prendere decisioni che non risulteranno popolari. Trasparenza e chiarezza sono un dovere per i mercati finanziari ma anche per i politici. Secondo alcuni analisti, è necessario che i governi dei Paesi più avanzati operino in maniera coordinata al fine di ottenere un’economia sempre più integrata. Da più parti si auspicano nuove regole per il mondo economico e finanziario, una nuova Bretton Woods, per fermare l’involuzione recessiva, anche se i risultati non si vedranno a breve, assicurano politici ed economisti.
Bisogna ridefinire gli accordi internazionali che tengano conto, tra l’altro, delle nuove realtà economiche e mondiali quali la Cina e l’India. Essenziale ridiscutere di commercio, di cambi, di regole e aspetti sociali e ambientali.
R. G.