Alla vigilia della prima della Scala di Milano della Valchiria di Wagner con la direzione di Daniel Barenboim, il mensile Classic Voice pubblica un'inchiesta con i dati di afflusso e ricavo di tutte le produzioni d'opera italiane del 2010. Leader tra le 20 opere piu' viste (che elabora dati Edt/Cidim sulla scorsa stagione) e' La Traviata torinese che ha raccolto 21.397 presenze totali con 12 recite. La Scala e' seconda con 'Rigoletto 18.563 e 10 recite. Premiate in tutta Italia le opere ''popolari''.
Il Teatro Regio di Torino scalza dal primo posto la Scala: a La Traviata, nel passaggio al Regio, spetta il record con 12 recite e 21.397 presenze totali tra abbonati e botteghino. Nella top 20: 6 titoli di Torino, 5 della Scala, 3 Opera di Roma e Carlo Felice di Genova, 2 La Fenice di Venezia, 1 il San Carlo di Napoli. Anche il numero di abbonati conferma che e' il Regio di Torino il teatro d'opera piu' popolato d'Italia. I dati raccolti dall'Edt/Cidim (Comitato italiano di musica) sono stati incrociati con quelli delle biglietterie dei teatri, confrontati e successivamente valutati considerando: i biglietti venduti e quelli in abbonamento (Milano e soprattutto Torino hanno un'ottima base abbonati); il numero di recite per ogni titoli, in modo da calcolare la media di sbigliettamento; la capienza della sala, per calcolare la percentuale di riempimento.
Dall'inchiesta emerge che i titoli del grande repertorio italiano sono i piu' graditi. Ma nello stesso tempo alcune produzioni sulla carta difficili, alla Scala l'opera barocca di Monteverdi (Orfeo) e quella novecentesca di Janacek (Da una casa di Morti), hanno avuto ottime performance. In questi casi il pubblico ha premiato piu' che il titolo, la bellezza degli spettacoli (regia, scene e costumi).
Sorge il dubbio che in un periodo di fortissimi tagli alla cultura e alle Fondazioni liriche l'indicazione sia quella programmare solo il repertorio gia' noto e andare verso i gusti del pubblico. Stephane Lissner, sovrintendente della Scala, difende il dovere di compiere anche scelte difficili, rischiose o meno redditizie e dichiara a Classic Voice: ''Il Paese ha un dovere verso la cultura. Deve difendere il proprio patrimonio. E in un momento in cui ci si prepara a celebrare i 150 anni dell'unita', e' paradossale che l'Italia non rispetti e non sostenga i valori che la rendono unica''.
Tra le graduatorie pubblicate anche la classifiche delle opere meno viste, dei successi insperati e dei tonfi dei titoli popolari che non hanno mantenuto le previsioni di vendita. Queste tre palme vengono assegnate rispettivamente al Giro di vite di Britten della Fenice di Venezia, a Luisa Miller di Verdi del Regio di Torino e a Cavalleria rusticana di Mascagni (con Sarka di Janacek) di nuovo della Fenice