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L'offensiva passa anche per il web

Il sito di Assange bandito dai servizi internet Usa. Ma i sostenitori non si fermano e organizzano attacchi informatici. E Facebook non bloccherà la sua pagina di fan g

I sostenitori di Julian Assange non si fermano. Il suo arresto è un "attacco contro la libertà di stampa e non modificherà i piani per la diffusioni di nuovi documenti", ha commentato il portavoce di WikiLeaks Kristinn Hrafnsson. E un network di hacker ha organizzato un attacco informatico contro PayPal e Postfinance, che hanno bloccato i finanziamenti al sito.

"La banca svizzera (PostFinance) che ha chiuso il conto a Assange è stata tirata giù con un Ddos attack (negazione del servizio, lo stesso lanciato in più occasioni contro i domini di Wikileaks in questi giorni)", recita un annuncio del gruppo su Twitter. Qualche ora prima, un altro assalto informatico era stato lanciato contro PayPal, sempre dal gruppo, denominato Operation Payback, operazione "resa dei conti".

Su Twitter, il gruppo aveva annunciato con anticipo "l'ora X" invitando i membri a "fare fuoco" al momento convenuto. Operation Payback è un gruppo hacker di "difensori della pirateria informatica" nato per rispondere ai tentativi di oscurare Torrent e altri programmi di condivisione dei file in rete messi in atto da "hacker pagati dalle aziende" per tutelare il copyright.

Intanto, anche Mastercard ha interrotto i finanziamenti al sito di Assange. "MasterCard si sta attivando perché WikiLeaks non possa più accettare i prodotti a marchio MasterCard", ha detto un portavoce, spiegando che la decisione è destinata a limitare ulteriormente le fonti di reddito di WikiLeaks. L'iniziativa di Mastercard e PayPal non è isolata: le autorità svizzere hanno chiuso un conto corrente utilizzato da Julian Assange. La risposta di Wikileaks è stata quella di sollecitare le richieste di finanziamento con l'appello: "manteneteci forti".

Mentre Facebook ha annunciato che non bloccherà sul suo sito la 'fan page' di Wikileaks: "La Wikileaks Facebook page non viola i nostri contenuti standard, e non abbiamo riscontrato nel materiale pubblicato nulla che sia in contrasto con le nostre regole". La pagina che Facebook riserva a Wikileaks ha superato il milione di sostenitori