I film del week end


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In un mondo migliore

Di Juana San Emeterio

IN UN MONDO MIGLIORE

di Susanne Bier, Danimarca 2010 (Teodora film)
Mikael Persbrandt, Trine Dyrholm, Ulrich Thomsen, Elsebeth Steentoft 


La violenza, il modo di affrontarla e il senso della giustizia riguardano gli adulti ma anche i bambini. Nella nostra società sono una parte importante del rapporto tra padri e figli. Il tema viene affrontato nel nuovo film  “In un mondo migliore” della regista danese Susanne Bier. candidato ufficiale della Danimarca all’Oscar e premiato al Festival di Roma.

L'occidente e il terzo mondo sono i due scenari del film. Da una parte abbiamo l'Africa nera e i campi profughi dove il dottor Anton (uno straordinaro Mikael Persbrandt) lavora, cercando di salvare vite in mezzo alle razzie delle bande armate. Dall'altra abbiamo la tranquilla Danimarca di provincia dove vive la sua famiglia. Qui suo figlio adolescente, buono e arrendevole, che subisce i soprusi dei compagni di scuola, diventa amico di un altro adolescente, chiuso e violento, che ha appena perso la madre. L'amicizia tra i due ragazzini mano a mano diventa un'alleanza pericolosa che mette a repentaglio la vita stessa dei due minori. Perché anche da piccoli si può diventare terroristi ed è difficile per le persone adulte e responsabili dare il buon esempio. Soprattutto per i padri come il mite dottor Anton che reagisce alla violenza 'porgendo l'altra guancia'.

“Un mondo migliore” affronta temi importanti, mettendo a confronto due visioni del mondo differenti e nello stesso tempo racconta i rapporti interni alla famiglia. "E' un film che tratta temi molto seri come quello dei bambini – ha detto la regista Susanne Bier - e quindi bisogna creare un rapporto particolare con lo spettatore. Per la parte girata in Sudan abbiamo effettuato molte ricerche, avuto contatti con Medici senza frontiere”. Per quella girata nella nostra società che “pensiamo come idilliaca”, ha precisato la regista, “abbiamo voluto affrontare questo tema chiedendoci se questo mondo reale è veramente ideale e se questo vale anche per l'infanzia. Anche qui chi crede che un bambino possa fare del male? Ecco che tutto viene ribaltato quando il male produce l'effetto sugli innocenti. Noi pensiamo che il terrorismo venga dall'esterno ma in realtà può nascere da situazioni imprevedibili". Il film è bello ed intenso anche grazie all’interpretazione dei due bambini veramente molto bravi. Se ha un difetto è la lentezza delle sequenze, tipica di un cinema che viene dal nord, ma che si fa perdonare per la capacità di scandagliare situazioni e sentimenti di chi cerca di costruire  “un mondo migliore”.