Eurozona, dopo la crisi


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Ripresa lenta e incerta, servono riforme strutturali

L'analisi dell’Ocse nel rapporto di dicembre carrello_spesa_296

Sulla ripresa dell'Eurozona, che resta 'debole' e 'lenta', continuano a gravare 'grandi incertezze' anche se "la situazione finanziaria si è rafforzata". E' il giudizio espresso oggi dall'Ocse nel suo 'Economic Survey' di dicembre sull'Eurozona, in cui si evidenzia come la crisi del debito sovrano - che ha portato al varo di aiuti per Grecia e Irlanda - "e' stato il primo test importante sulla solidità" della moneta unica.

Quanto alle vie di uscita dalla crisi, per l'Ocse "è necessario un consolidamento fiscale, anche se potrebbe rallentare la crescita nel breve termine". Inoltre "è essenziale riportare in salute il sistema bancario, superando le persistenti debolezze". Gli stress test del 2010 - si legge nel documento - "sono stati un importante passo in avanti che ha aumentato la trasparenza e rafforzato la credibilità del sistema finanziario dell'Eurozona". Ora però servono "riforme strutturali che possano favorire il riequilibrio del sistema economico in atto e aumentare le prospettive di crescita".

Il rapporto suggerisce inoltre di "risolvere gli squilibri interni all'Eurozona" che sono "economici, finanziari e fiscali": in alcuni paesi - si legge - "i bassi tassi di interesse hanno stimolato il credito, i consumi e il boom immobiliare, indebolendo la competitività". Di qui l'invito a "potenziare la sorveglianza a livello nazionale da parte delle istituzioni europee degli squilibri" del sistema.

A livello fiscale, per l'Ocse l'Eurozona deve "aumentare la capacità di resistere a futuri choc" ma anche "prepararsi ai futuri costi legati all'invecchiamento" della popolazione, come quelli previdenziali e sanitari. Per l'organizzazione servono "piani pluriennali dettagliati e credibili per stabilizzare le finanze pubbliche" dal momento che anche "la riduzione dei deficit di bilancio a livelli sostenibili" lascerebbe "l'indebitamento a tassi storicamente elevati in molti paesi".

Sul potenziamento del sistema in vista di eventuali rischi sistemici l'Ocse propone "una governance più forte da cercare a livello di Unione Europea, attraverso un Patto di Crescita e Stabilità rafforzato" con una migliore attuazione "degli standard minimi fiscali", magari con "una gamma di sanzioni, anche fiscali, quasi-automatiche".

Infine, l'Ocse suggerisce di rafforzare il sistema bancario, le cui "debolezze in materia di norme e controlli hanno creato un ambiente esposto a rischi eccessivi e cicli di credito insostenibili".

Di qui l'invito a una più "efficace supervisione macroprudenziale da svilupparsi sia a livello nazionale che attraverso l'European Systemic Risk Board, così da affrontare gli squilibri locali finanziari ed economici". Il tutto nella cornice di una "integrazione finanziaria priva di ostacoli che permetterebbe di dar vita a un sistema bancario più stabile".