Processo in Corte d'Assise


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ThyssenKrupp, ultime battute

Giornata cruciale quella di oggi per il processo ThyssenKrupp, che vede imputati sei dirigenti della multinazionale tedesca dell'acciaio per il rogo del 6 dicembre 2007 in cui trovarono la morte sette operai (nella foto) impiegati nello stabilimento di Torino. Per la prima volta in Italia, i magistrati contesteranno l'omicidio con dolo eventuale in un caso di incidente sul lavoro




di Carla Toffoletti

Giornata cruciale per il processo ThyssenKrupp, che vede imputati sei dirigenti della multinazionale tedesca dell'acciaio per il rogo del 6 dicembre 2007 in cui trovarono la morte sette operai impiegati nello stabilimento di Torino. E' infatti prevista la fine della requisitoria con le richieste della pubblica accusa.

Per la prima volta in Italia, i magistrati, (il sostituto procuratore Raffaele Guariniello e le sue assistenti Laura Longo e Francesca Traverso), contesteranno l'omicidio con dolo eventuale in un caso di incidente sul lavoro.

Il capo di imputazione più grave sarà per l’amministratore delegato della società, il tedesco Harald Espenhahn, accusato di omicidio volontario con dolo. Secondo i pm Espenhahn sapeva dell’inadeguatezza dell’impianto di sicurezza dello stabilimento torinese in vista del trasferimento dell'intera produzione in quello di Terni, ma ha accettato il rischio. Gli altri cinque dirigenti (Gerald Prigneitz, Marco Pucci, Giuseppe Salerno, Daniele Moroni e Cosimo Cafueri ) devono invece rispondere di omicidio colposo con colpa cosciente. A tutti e' contestata anche l'omissione dolosa di cautele antinfortunistiche.

Per contro, la strategia difensiva si basa sui tempi. Secondo il consulente della difesa, passarono diversi minuti prima che gli operai avvistassero il principio di incendio che provocò l’esplosione mortale. Una tesi che prefigura una nuova ricostruzione dell’accaduto, diversa da quella dell’accusa, che sminuisce le responsabilità dell’azienda facendola ricadere sui lavoratori. Gli operai avrebbero potuto dare l’allarme e mettersi al riparo, ma non si sarebbero accorti di nulla, come dimostrerebbe una riparazione effettuata in quegli attimi.

All'udienza, prevista in una delle maxi-aule del Palazzo di giustizia di Torino, è annunciata una nutrita rappresentanza dei parenti delle vittime e dei superstiti della sciagura. Ci sarà anche l’assessore al Lavoro della Provincia di Torino, Carlo Chiama, e la Provincia stessa che si era costituita parte civile , aderendo a una richiesta fatta dai familiari.

''Sono state le indagini - aveva detto il pm Guariniello all'inizio della sua arringa conclusiva - a imporci il dolo. Le perquisizioni nei locali della fabbrica, dei pc e degli archivi ci hanno portato a scoprire le ragioni per cui sette operai erano morti. Abbiamo la ferma convinzione che l'amministratore delegato, pur rappresentandosi la concreta possibilità di infortuni e incidenti mortali come conseguenze possibili della propria condotta, non ha tenuto un comportamento che potesse prevenirli. Ha accettato il rischio decretando la morte dello stabilimento di Torino e abbandonando gli operai a se stessi''. Per l’accusa un incidente come questo sarebbe potuto avvenire soltanto in quello stabilimento, che era sprovvisto di certificato antincendio nonostante lo stato di grave e crescente insicurezza manifestato a più riprese dai dipendenti. “Gli operai sarebbero potuti morire soltanto lì, visto che, a differenza degli stabilimenti tedeschi e di Terni, non vi erano dispositivi per il rilevamento e lo spegnimento degli incendi''.

Procuratore Guariniello cosa chiederete e cosa vi aspettate?
Non posso anticipare quello che chiederemo domani, ci aspettiamo che le nostre richieste vengano accolte, ma spetterà alla Corte d’Assise fare le proprie valutazioni e decidere.

Qual è l’importanza di contestare per la prima volta il dolo eventuale in un caso di incidente sul lavoro?
C’è sempre una prima volta e noi sentiamo che questa prima volta sia conforme ai dati che sono emersi e alle prove che sono venute fuori.

E’ un processo che potrebbe fare nuova giurisprudenza?
Più che una nuova giurisprudenza parlerei di una nuova metodologia d’indagine.

Per quando è attesa la sentenza definitiva?
Penso ai primi di febbraio 2011, dopo che avranno parlato le parti civili e i difensori degli imputati.

Nella foto, i sette operai morti nello stabilimento di Torino