La scelta di Time


Stampa

Fondatore Facebook uomo dell'anno

I lettori però volevano Julian Assange

E' Mark Zuckerberg, 26enne fondatore di Facebook, l'uomo dell'anno per il 2010 scelto da Time. E' stata questa la scelta della direzione della rivista americana che non ha quindi avallato quella che avevano compiuto i suoi lettori che avevano invece scelto un altro protagonista della Rete: Julian Assange, fondatore di Wikileaks. Il riconoscimento, che Time attribuisce ormai dal 1927 ed è quindi diventato un'istituzione, lo scorso anno era stato dato al capo della Federal Reserve Ben Bernanke e nel 2008 all'allora appena eletto presidente Barack Obama.

In un articolo pubblicato sul proprio sito dall'esaustivo titolo "Perché abbiamo scelto Zuckerberg", il direttore di Time Richard Stengel, giustifica la mancata scelta del fondatore di Wikileaks: "come altri due candidati di quest'anno, Julian Assange e il Tea Party, Zuckerberg non ha un grande rispetto per le autorità tradizionali. In un certo senso - scrive - Zuckerberg e Assange sono due facce della stessa medaglia, entrambi esprimono un desiderio di apertura e trasparenza".

Ma è diverso il modo in cui cercano di ottenere questa trasparenza: "Mentre Assange attacca le grandi istituzioni e i governi attraverso una trasparenza involontaria con l'obiettivo di depotenziarli, Zuckerberg dà la possibilità agli individui di condividere volontariamente informazione con l'idea di dare loro più potere".

E se il fondatore di Wikileaks vede "il mondo pieno di nemici reali o immaginari", l'ex studente di Harvard, "nato nel 1984 lo stesso anno in cui è stato lanciato il primo Macintosh" e che ora ha "messo in relazione oltre mezzo miliardo di persone", "considera il mondo zeppo di potenziali amici". "Essere nominati persona dell'anno non è e non è mai stato un onore - conclude il direttore - è il riconoscimento del potere di alcuni individui nell'influenzare il nostro mondo".

In entrambi poi Stengel individua un "certo disprezzo per la privacy: nel caso di Assange perché egli ritiene che permetta di far progredire la malevolenza, nel caso di Zuckerberg perché la considera un anacronismo culturale". Quindi il fondatore di Facebook viene premiato "per aver creato uno scambio di informazioni diventato allo stesso tempo indispensabile anche se a volte un po' pauroso ed infine per aver cambiato il modo in cui viviamo in modo innovativo e persino ottimista".

Insomma, è il nuovo che viene scelto con Zuckerberg, che è appena un anno 'più' vecchio' di Charles Lindbergh, il primo e più giovane, 'man of the year' scelto nel 1927 per la sua transvolata atlantica. Ed ha le stessa età che aveva la Regina Elisabetta, ricorda ancora il direttore di Time, quando fu scelta dal settimanale americano nel 1952. "Ma a differenza della Regina, non ha ereditato un impero, lo ha costruito", scrive ancora Stengel, ricordando per inciso come la monarca britannica proprio recentemente abbia aperto una sua pagina su Facebook.

Nei sei anni trascorsi da quando nei 'dorm' di Harvard è stato creato il social network ora più diffuso del mondo - genesi ricostruita, anche a tinte fosche, nel film "The Social Network" - Zuckerberg non ha solo accumulato milioni di utenti - quasi 600mila - ma anche centinaia di milioni di dollari. Un tesoro che gli ha permesso non solo di diventare uno dei paperoni più giovani d'America, ma anche di entrare a pieno diritto nella lista dei principali filantropi americani, impegnandosi a donare, per esempio, nei prossimi 5 anni, 100 milioni di dollari alle scuole di Newark, nel New Jersey.