''L'Italia delude'', sul fronte dell'uscita dalla crisi ''ancora una volta rimane indietro''. E' l'analisi del centro studi di Confindustria che ha limato al ribasso le stime del Pil, prevedendo che la crescita si fermera' al +1% nel 2010 (rivisto dal +1,2%) ed al +1,1% nel 2011 (dal +1,3%).
Per gli economisti di via dell'Astronomia in Italia ''la malattia della lenta crescita non e' mai stata vinta'', ''il confronto con la Germania e' impietoso''.
PERSI 540 MILA POSTI, MALE ANCHE 2011 - Con la crisi, dal primo trimestre 2008 al terzo trimestre 2010, il numero di occupati in Italia e' diminuito di 540mila, senza contare le ore di Cig che hanno un impatto pari a 480mila unita' di lavoro. Il centro studi di Confindustria stima che ''il numero delle persone occupate continuera' a diminuire nel 2011'', con un calo atteso dello 0,4%. Il tasso di disoccupazione tocchera' il 9% nel quarto trimestre 2011, e ''iniziera' a scendere molto gradualmente nel corso del 2012''. Il numero dei disoccupati e' ad ottobre 2010 (2,167 milioni) ''piu' del doppio rispetto ad aprile 2007.
BASILEA 3, MISURE RESTRITTIVE E INSUFFICIENTI - "Le condizioni creditizie rimangono difficili e su di esse incombono perdite sui prestiti sia a famiglie e imprese sia a stati sovrani (quelli percepiti più in difficoltà), oltre che su quel che resta dei titoli tossici". E' l'analisi del Centro studi di Confindustria che, in questo contesto, sottolinea che "le nuove regole prudenziali definite nell'accordo Basilea 3 sono insieme restrittive per la crescita e insufficienti a garantire la stabilità in futuro". Per gli economisti di via dell'Astronomia "l'introduzione della stretta sui ratio va graduata, benché in molti casi siano già rispettati. Al contempo, manca la precisa definizione di aspetti cruciali come la leva finanziaria, la dimensione e l'interconnessione degli istituti di credito".