I film del week end


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THE TOURIST

di Sandro Calice

THE TOURIST

di Florian Henckel von Donnersmarck. Francia, Italia, Usa 2010 (01 Distribution)
Johnny Depp, Angelina Jolie, Paul Bettany, Rufus Sewell, Timothy Dalton, Ralf Moeller, Raoul Bova, Steven Berkoff, Christian De Sica, Bruno Wolkowitch, Neri Marcorè, Mhamed Arezki, Nino Frassica, Alessio Boni, Daniele Pecci, Clément Sibony, Igor Jijikine, Julien Baumgartner, François Vincentelli, Jean-Marie Lamour
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Con due facce così, ammettiamolo, mezzo film è già fatto. Acquisiti Jolie e Depp, però, il regista premio Oscar per “Le vite degli altri” ha avuto il problema di fare l’altra metà.

Elise Ward (Jolie) è la donna del misterioso Alexander Pierce, ricercato dai criminali e dalla polizia di mezzo mondo, ma impossibile da trovare ora che, come si dice, avrebbe cambiato sembianze. Lo cerca anche Elise, finquando Pearce non le comunica di salire su un treno per Venezia e di agganciare un estraneo con la sua stessa corporatura, per far credere a tutti quelli che la seguono che si tratti di lui. La sorte tocca al mite Frank Tupelo (Depp), professore americano di matematica, in vacanza per dimenticare il suo passato. Ma il viaggio di Frank a Venezia sarà tutt’altro che una vacanza, tra intrighi, fughe, sparatorie, inseguimenti, segreti e tesori nascosti. Un gioco mortale in cui nessuno sembra essere chi dice di essere.

Thriller sentimentale, ambientato quasi esclusivamente a Venezia, con abbondante partecipazione di attori nostrani (De Sica e Marcorè i migliori), costruito attorno ai due divi statunitensi, “The tourist” è un film ambizioso che non mantiene completamente quanto promette. C’è una sceneggiatura scritta per disegnare una storia patinata, nella quale i protagonisti risultano un po’ distanti e la tensione spesso poco credibile. Anche la colonna sonora dell’ottimo James Newton Howard a tratti risulta invadente, come in assenza di idee alternative. Si dice che i protagonisti originariamente immaginati fossero Tom Cruise e Charlize Theron, e che anche Florian Henckel von Donnersmarck non fosse proprio la prima scelta come regista. Forse per questo l’impressione generale è quella di tanti e diversi talenti al servizio di un progetto che non riesce a farsi organico ed emozionante.