Atlante delle crisi


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Bielorussia, il poker di Lukashenko

Il presidente verso la conquista del quarto mandato consecutivo bielorussia_lukashenko_296

La storia sembra doversi ripetere: con un voto che all’estero è ritenuto una pura formalità, i bielorussi si apprestano a confermare Aleksander Lukashenko quale loro presidente. Il potente capo dello Stato, in carica dal 1994, può ricandidarsi per un numero infinito di mandati quinquennali, come stabilito nel 2004 da un referendum approvato dal 90% dei votanti. Le elezioni di domenica vedranno in campo 11 contendenti. Si tratta di una cifra record, ma la riconferma dello “zar bielorusso” è data per scontata: i 10 rivali sono semisconosciuti, e manca un candidato unitario dell’opposizione.

I candidati in pectore per la presidenza erano 19, ma alla scandenza del 29 ottobre, 8 di loro si sono ritirati. Gli aspiranti devono presentare almeno 100mila firme a sostegno della loro candidatura. Lukashenko ne ha raccolte più di un milione. Nessuno degli aspiranti alla presidenza può puntare alla vittoria, anche se qualcuno sembra crederci un po’ più degli altri.

E’ il caso di Uladzimir Nekliajev, ex presidente dell’associazione nazionale degli scrittori, fiero oppositore di Lukashenko e dell’alleanza Russia-Bielorussia, auto-esiliatosi per 4 anni in Polonia. La sua campagna civile dal titolo “Dite la verità”, avviata all’inizio di quest’anno per il ripristino della libertà di stampa, lo ha portato a trascorrere un breve periodo in carcere. A tutt’oggi, resta forse l’unica iniziativa di un certo peso che l’opposizione è riuscita ad organizzare.

Il filo-occidentale Andrei Sannikau è l’altro oppositore che gode di un po’ di visibilità. E’ stato anche viceministro degli Esteri sotto il primo governo di Lukashenko, ma nel 1996 ne prese le distanze, quando si dimise in segno di protesta contro il referendum che trasformò la Costituzione e assegnò al presidente poteri così ampi da inficiare il principio della separazione dei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario. Da allora, si è impegnato continuativamente contro i brogli elettorali e in difesa dei diritti umani. E’ stato più volte arrestato per le sue attività. Nessuna donna ai nastri di partenza: l’infermiera Natalya Starikova ha rinunciato a presentarsi tre mesi prima del voto.

(R. F.)