La scarcerazione dei 23 fermati per gli scontri a Roma e' una decisione ''che rispetto, ma non condivido: questi violenti fermati hanno infatti la possibilita' di reiterare le violenze. Logico sarebbe stato mantenere per loro le misure restrittive''. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in un'informativa al Senato.
Per il ministro dell’Interno ''sono destituite da ogni fondamento le illazioni sulla presenza di infiltrati negli scontri di martedì scorso a Roma: sono ipotesi offensive nei confronti delle forze dell'ordine''.
''La verità - ha sostenuto Maroni - è che gli agenti hanno agito con senso di responsabilità esemplare per tutelare l'esercizio delle istituzioni dall'attacco di violenti, di veri e propri delinquenti. Solo grazie a loro - ha aggiunto - non ci sono state né vittime né feriti gravi''.
''I professionisti della violenza - ha invocato il ministro - non possono trovare sponda da forze politiche, ma vanno isolati e perseguiti con il massimo rigore''.
Per Maroni ci sono ''preoccupazioni'' in vista delle manifestazioni in programma la prossima settimana quando è previsto al Senato il voto finale sulla riforma: ''bisogna quindi adeguare tempestivamente l'ordine pubblico per prevenire altre occasioni di guerriglia urbana''.
La manifestazione, secondo il ministro, ''ha fatto registrare la presenza, al fianco degli studenti, di gruppi organizzati di militanti antagonisti, che poco o nulla hanno a che fare con la scuola e con lo studio, provenienti da centri sociali autogestiti delle principali città italiane. L'ampia partecipazione dei centri sociali testimonia l'eccezionale mobilitazione che si e' voluta imprimere alla protesta degli studenti per inquinarla con la violenza''.
''E' per questa ragione - ha sottolineato - che la manifestazione e gli incidenti del 14 dicembre a Roma segnano una novità rispetto ad altre manifestazioni di dissenso, anche forte, degli ultimi anni. Le scene di gratuita violenza urbana che abbiamo visto non erano e non possono essere considerate degenerazioni violente di pacifici cortei ad opera di qualche sparuto gruppo di blac block. Questi cortei, formati da una maggioranza di studenti impegnata a protestare contro una riforma non condivisa, sono stati presi in ostaggio da gruppi organizzati di violenti che avevano il solo scopo di sfregiare una città, colpire i palazzi della democrazia, attaccare gli uomini delle forze dell'ordine. Una minoranza - ha sottolineato - fatta di professionisti della violenza, estranei alle ragioni della protesta e che presumibilmente non vorranno perdere le prossime occasioni di dissenso per imporre un clima di tensione e violenza''.
''Questa novita' - ha proseguito il ministro - preoccupa e ci induce ad adeguare tempestivamente il sistema di gestione dell'ordine e della sicurezza pubblica, al fine di prevenire altre occasioni di guerriglia urbana, in considerazione in primo luogo del fatto che all'inizio della prossima settimana e durante la stessa sono previste nuove manifestazioni in concomitanza della ripresa al Senato della discussione sulla cosiddetta legge Gelmini''.