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A Como il processo per la strage di Erba

Subito la requisitoria del pm. Il 26 la sentenza? 296_rosa_bazzi

di E. G.

Ripreso a Como il processo della strage di Erba contro i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, accusati di 4 omicidi: quello del piccolo Youssef, due anni, della madre Raffaella Castagna, 29 anni, della nonna Paola Galli, 65, e della vicina Valeria Cherubini, 50 anni.

La sentenza di primo grado potrebbe arrivare mercoledì 26 novembre. Lunedì 24 toccherà agli avvocati delle parti civili e alla difesa. Le repliche il 26. Al termine la camera di Consiglio, che dovrebbe essere breve. Il processo si è aperto, davanti alla Corte d'Assise di Como, il 28 gennaio 2008. Sedici udienze fino al 31 marzo, poi quella del 25 giugno, nella quale il presidente Bianchi ha rinviato il dibattimento a oggi, dopo la pronuncia della Cassazione, che il 16 luglio scorso ha respinto la richiesta della difesa di trasferire il processo in un'altra città per legittima suspicione.

Dopo una pausa di 6 mesi si è tornati dunque in aula, con la requisitoria del pubblico ministero Massimo  Astori. Il magistrato, che con il pool di investigatori da lui coordinato in poco meno di un mese arrivò a individuare i presunti autori dell’eccidio, ha chiesto per i coniugi Romano il carcere a vita. Contro la coppia, soprattutto la testimonianza chiave dell’ultimo sopravvissuto, Mario Frigerio, 65 anni, marito della vicina, e le ammissioni di colpa, poi ritrattate, dei due indiziati, durante gli interrogatori preliminari.

La difesa dei Romano, in passato, ha insistito sulle presunte pressioni psicologiche esercitate dai Carabinieri, secondo la versione di Olindo, durante gli interrogatori: alla fine avrebbero confessato - hanno detto gli avvocati - solo per il forte legame affettivo tra i due.

Nell’udienza del 3 marzo 2008 Rosa tra le lacrime ha dichiarato:  “Mi hanno detto  che mettevano Olindo sul furgone e non lo vedevo più”. Da qui sarebbe scaturita l’ammissione di colpevolezza. I difensori, inoltre, hanno adombrato la tesi  di una vendetta trasversale - consumata da uno sconosciuto -  contro Azouz Marzouk. I legali hanno sostenuto, infatti, che marito e moglie non avrebbero avuto il tempo sufficiente per compiere il massacro,  in soli 20 minuti.


(Nella foto, Rosa Bazzi in aula)