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Le tappe del processo

Tra biglietti esauriti e dichiarazioni shock 296_olindo_rosa_2

di E. G.

Il processo si è aperto, davanti alla Corte d’Assise di Como, alla fine di gennaio 2008, a circa un anno dalla strage, avvenuta l’11 dicembre 2006.

Una lista di 240 testimoni, 100 accrediti stampa, tra agenzie, giornali e tv, 16 udienze previste fino al 31 marzo e poi diventate 17, con quella brevissima del 25 giugno scorso, nella quale il presidente della Corte, Bianchi, ha rinviato il dibattimento al 17 novembre, in attesa della decisione sulla richiesta di trasferimento del processo, per incompatibilità ambientale e legittima suspicione, presentata dalla difesa. La richiesta è stata poi respinta dalla Cassazione il 16 luglio.

E’ stato il processo delle dichiarazioni shock, delle liti, del “Codice Segreto” di Olindo.

Alla prima udienza è stato ammesso il pubblico, 30 persone, tutte munite di biglietto; 40 invece i giornalisti presenti in aula.

Nell’udienza del 18 febbraio Olindo accusa i Carabinieri di averlo costretto a confessare. “Ho subito il lavaggio del cervello”, dice. Nell’udienza del 10 marzo Rosa racconta che Azouz, il marito di Raffaella,  era pazzo di lei, che voleva addirittura sposarla e che avrebbe potuto uccidere suo marito.

La difesa, nel corso del dibattimento, ha presentato l'identikit del presunto assassino, “faccia grossa, capelli folti e pelle olivastra”; ha quindi chiesto la perizia psichiatrica per i Romano.

Altri elementi, utili ai fini processuali. sono stati intrdotti nelle fasi del processo come colpi di scena. I “pizzini”, per esempio, scritti da Olindo e annotati sulla Bibbia e su un libro “Gesù di Nazareth”: “Dinnanzi a Dio pagheremo per i nostri peccati spirituali, dinnanzi agli uomini pagheremo per i peccati terreni, noi uniti nel nostro amore pagheremo due volte. Questa e' la mia, la nostra profezia. Olindo e Rosa uniti per l'infinito". Oppure il "Codice Segreto" una serie di segni e simboli rinvenuti sugli stessi libri.

Olindo in aula si addormenta, il 5 febbraio, mentre il medico legale descrive la strage e lo stato delle vittime. In gabbia, scambia battute e risate con la moglie.

Il 22 febbraio, scoppia una rissa tra gli avvocati dei Romano e di Azouz. I difensori di  Rosa e Olindo accusano i legali delle parti civili di rilasciare interviste sulla condanna certa dei loro assistiti. Da qui la richiesta di spostare il processo in un’altra sede giudiziaria.

A luglio la Cassazione rigetta il ricorso della difesa e il 18 novembre riprende il processo con la requisitoria del pubblico ministero.