A inizio novembre, prima in Grecia poi in altre capitali europee, la strategia dei 'pacchi bomba' aveva già monopolizzato l'opinione pubblica. Le spedizioni erano state rivendicate da un gruppo estremista greco "Cospirazione delle cellule di fuoco".
Il 2 novembre scorso una situazione analoga a quella romana di oggi (con plichi esplosivi inviati alle ambasciate di Svizzera e Cile) si è verificata in Grecia, ad atene. Allora almeno cinque pacchi bomba furono inviati alle ambasciate di Svizzera, Bulgaria, Russia, Cile e Germania e uno esplose senza fare vittime.
Il pacco esploso era indirizzato all'ambasciata svizzera. Gli altri quattro pacchi erano stati disinnescati dagli artificieri della polizia greca, allertati sia dalle ambasciate che dagli impiegati dei corrieri, secondo le stesse fonti. Ma già il giorno precedente, primo novembre, la polizia greca aveva rinvenuto altri pacchi bomba: uno era indirizzato al presidente francese Nicolas Sarkozy, e altri tre alle ambasciate di Messico, Olanda e Belgio. Un quinto plico era esploso nell'ufficio di uno dei corrieri, ferendo leggermente una impiegata.
Nei giorni successivi pacchi esplosivi erano stati inviati alla cancelleria federale tedesca a Berlino mentre un presunto pacco bomba, indirizzato al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, era stato scoperto nella tarda serata di ieri a bordo di un aereo cargo Tnt diretto da Atene a Parigi, e fatto atterrare in emergenza verso le 22.15 all'aeroporto 'Marconi' di Bologna. Il plico si era incendiato al momento dell'intervento degli artificieri senza provocare feriti.
Gli attentati erano stati rivendicati da un gruppo estremista greco, "cospirazione delle cellule di fuoco". Con una lettera pubblicata sul sito Indymedia, due presunti membri del gruppo, arrestati ad Atene e in custodia cautelare, hanno rivendicato "l'invio dei pacchi bomba, indirizzati al presidente francese Nicolas Sarkozy, alla sede del Tribunale internazionale dell'Aia e alle ambasciate del Belgio e del Messico ad Atene". In totale, tredici presunti membri del gruppo, denominato "Cospirazione delle cellule del fuoco", sono nel mirino della giustizia greca, accusati di appartenenza a questo gruppo, considerato "terrorista" dalla autorità greche.