di Carla Toffoletti
Il governo ha fatto una riforma che rappresenta l'affossamento del diritto allo studio, della didattica pubblica e della ricerca libera". Così a Televideo il coordinatore nazionale Udu, Unione studenti universitari, Giorgio Paterna.
"La Riforma porta con sè un lungo lavoro di decreti attuativi. Con la straordinaria mobilitazione studentesca di ieri e dopo l'apertura all'ascolto e al dialogo da parte del Presidente Napolitano,il Parlamento si accanisce nel suo isolamento dal Paese. Continueremo la nostra battaglia con la forza,la determinazione e il consenso raggiunto in questi ultimi mesi. La strada intrapresa ieri è una strada vincente".
Il movimento contesta il taglio del 90% delle borse di studio e l'introduzione dei prestiti d'onore, “una vera e propria forma di indebitamento per gli studenti”; la riforma della governance universitaria che permette l'ingresso dei privati all'interno dei Consigli d'Amministrazione degli atenei; la scomparsa della figura del ricercatore a tempo indeterminato, con la conseguente estensione del precariato a tutti i nuovi giovani ricercatori. La riforma, sottolineano gli studenti, ha un problema a monte: essa si fonda infatti sui devastanti tagli della Legge 133 del 2008, 1,3 miliardi di euro sottratti al Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) delle università pubbliche.
“Questi tagli- dicono gli studenti di “Atenei in Rivolta”- hanno fatto precipitare il sistema universitario italiano in una situazione di profonda crisi, hanno contribuito ad un'evidente peggioramento della qualità della didattica, hanno ridotto le borse di studio ed i servizi per gli studenti; inoltre stanno tutt'ora impedendo l'assunzione di giovani dottorandi e ricercatori, favorendo così il baronato universitario e la conservazione della attuali caste all'interno dell'università. Altro che lotta al baronato! Questa riforma non è affatto passata in sordina, gli studenti sono almeno due anni che scendono in piazza in tutta Italia con enormi manifestazioni. Ne sono prova le ultime due. La riforma è stata approvata, ma la rivolta degli studenti di certo non si fermerà. Impediremo che il Ddl Gelmini venga applicato nelle nostre università”.
Il movimento annuncia battaglia:” Vogliamo legarci con gli altri settori in lotta di questa società, a partire dai lavoratori e le lavoratrici. Vogliamo uno sciopero generale unitario a partire dai primi mesi del nuovo anno, per rilanciare le mobilitazioni ed unificare l'intera opposizione sociale. Continueremo dunque a lottare, perché abbiamo un futuro davanti a noi da costruire e vogliamo farlo a partire da un radicale cambiamento dell'intera società, per una società migliore, più giusta, della quale loro non fanno parte".