Riforma dell’Università


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I punti principali della nuova legge


Dal reclutamento al merito, dai contratti di ricerca alle borse di studio per arrivare alla stretta contro la cosiddetta ''parentopoli'' all'interno dell'università, ecco i punti principali della riforma.

ADOZIONE DI UN CODICE ETICO. Ci sarà un codice etico per evitare incompatibilita' e conflitti di interessi legati a parentele. Alle università che assumeranno o gestiranno le risorse in maniera non trasparente saranno ridotti i finanziamenti del Ministero.

RETTORI. Limite massimo complessivo di 6 anni al mandato dei rettori, inclusi quelli gia' trascorsi prima della riforma.

GOVERNANCE. Distinzione netta di funzioni tra Senato Accademico e Consiglio d'Amministrazione, il primo organo accademico, il secondo di alta amministrazione e programmazione. Il Senato avanzera' proposte di carattere scientifico, ma sara' il Cda ad avere la responsabilita' chiara delle assunzioni e delle spese, anche delle sedi distaccate. Il Cda avra' un massimo di tre componenti esterni su 11.

PARENTOPOLI. Non si potranno avere parentele fino al 4* grado per partecipare ai concorsi, anche per ricercatori e assegnisti.

FUSIONE ATENEI. Gli atenei avranno la possibilita' di fondersi tra loro o aggregarsi su base federativa per evitare duplicazioni e costi inutili.

RIDUZIONE FACOLTA'. Riduzione molto forte delle facolta' che potranno essere al massimo 12 per ateneo. Questo per evitare la moltiplicazione di facolta' inutili o non richieste dal mondo del lavoro.

RECLUTAMENTO. Il ddl introduce l'abilitazione nazionale come condizione per diventare professori associati o ordinari. L'abilitazione e' attribuita da una commissione nazionale sulla base di specifici parametri di qualita'. I posti saranno poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole universita', cui potranno accedere solo gli abilitati.

CONTRATTI DI RICERCA. Il ddl introduce una riforma del reclutamento con un sistema di tenure-track: contratti a tempo determinato di 6 anni (3+3). Al termine dei sei anni se il ricercatore sara' ritenuto valido dall'ateneo sara' confermato a tempo indeterminato come associato. In caso contrario terminera' il rapporto con l'universita' maturando, pero' dei titoli utili per i concorsi pubblici. Questo provvedimento si rende indispensabile per evitare il fenomeno dei ricercatori a vita e determina situazioni di chiarezza fondate sul merito. Inoltre, il provvedimento abbassa l'eta' in cui si entra di ruolo in universita', da 36 a 30 anni, con uno stipendio che passa da 1.300 euro a 2.100. Secondo un emendamento Fli alla Camera verranno assunti 4.500 ricercatori vincitori di concorso per il posto di professore associato per i tre anni successivi all'approvazione della riforma.

RICERCATORI IN CATTEDRA. Frutto di un emendamento votato alla Camera, la modifica al testo originario stabilisce che ''i ricercatori di ruolo siano tenuti a riservare annualmente fino a un massimo di 350 ore per chi e' assunto a tempo indeterminato e fino a 200 ore per i tempo determinato a compiti di didattica integrativa e di servizio agli studenti, inclusi orientamento e tutorato, nonche' attivita' di verifica e apprendimento''.

GESTIONE FINANZIARIA. Introduzione della contabilita' economico-patrimoniale uniforme, secondo criteri nazionali concordati tra Miur e Tesoro. I bilanci dovranno rispondere a criteri di maggiore trasparenza. Debiti e crediti saranno resi piu' chiari nel bilancio. Commissariamento e tolleranza zero per gli atenei in dissesto finanziario.

VALUTAZIONE ATENEI. Le risorse saranno trasferite dal ministero in base alla qualita' della ricerca e della didattica. Fine della distribuzione dei fondi a pioggia: vi sara' l'obbligo di accreditamento, quindi di verifica da parte del ministero, di tutti i corsi di laurea e di tutte le sedi distaccate per evitare che si creino insegnamenti e strutture non necessarie e una valutazione dell'efficienza dei risultati conseguiti da parte dell'Anvur. I docenti avranno l'obbligo di certificare la loro presenza a lezione, per evitare che si riproponga senza una soluzione il problema delle assenze dei professori negli atenei.

SCATTI SOLO AI MIGLIORI. Si rafforzano le misure annunciate nel DM 180 in tema di valutazione dell'attivita' di ricerca dei docenti. In caso di valutazione negativa si perde lo scatto di stipendio e non si puo' partecipare come commissari ai concorsi. La manovra estiva aveva cancellato gli scatti stipendiali nella Pubblica amministrazione, proprio quando nell'universita' venivano introdotti gli scatti per merito. I finiani hanno chiesto la conferma della norma e sono stati trovati i fondi: 18 milioni per il 2011; 50 per il 2012 e per il 2013, da ridistribuire tra gli atenei secondo criteri di merito accademico e scientifico.

ASSUNZIONE PROFESSORI ASSOCIATI. L'aula della Camera ha approvato un emendamento della commissione cultura, tra quelli richiesti da Fli, che prevede che delle ''risorse previste dalla legge di stabilita' per il finanziamento del fondo ordinario delle universita', e' riservata una quota non superiore a 13 milioni di euro per il 2011, 93 milioni di euro per il 2012 e 173 milioni di euro annui a decorrere dal 2013'' per l'assunzione di professori associati.

FONDO MERITO. Delega al governo per riformare organicamente la legge 390/1991, in accordo con le Regioni. Obiettivo: spostare il sostegno direttamente agli studenti per favorire accesso agli studi universitari e mobilita'. Inoltre sara' costituito un fondo nazionale per il merito al fine di erogare borse di merito e di gestire su base uniforme, con tassi bassissimi, i prestiti d'onore.

MOBILITA' PERSONALE. Sara' favorita la mobilita' all'interno degli atenei, perche' un sistema senza mobilita' interna non e' un sistema moderno e dinamico. Possibilita' per chi lavora in universita' di prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il posto.

LIMITE CONTRATTI GRATUITI. Secondo un emendamento del Pd approvato dall'aula della Camera, i contratti a titolo gratuito non potranno superare nell'anno accademico il 5% dell'organico dei professori e ricercatori di ruolo in servizio presso l'ateneo. In questo modo, ha spiegato il primo firmatario Eugenio Mazzarella, ''si impedisce l'impiego gratuito nella docenza di propri professori in pensione o altri soggetti in misura tale da demotivare gli atenei a proporre contratti retribuiti per i giovani ricercatori''.