L'ultima trovata


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Il cane si compra a rate. Sul web

Se l'acquirente non paga più, l'animale può essere pignorato e messo all'asta b

E' il 'cane a rate' l'ultima trovata dei venditori di cuccioli di cani e altri animali per combattere la crisi, come se si trattasse di un elettrodomestico o di un'automobile. Impazzano in internet i siti di allevatori (o presunti tali) che offrono cuccioli di cani di razza a partire da 14.90 euro al mese e in alcuni casi addirittura con diritto di recesso e garanzia di un anno. A denunciare il fenomeno e' Aidaa, Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente, secondo cui gli animali venduti a rate potrebbero correre dei rischi altissimi.

"Quello della vendita a rate degli animali e' un fenomeno ancora poco conosciuto e che merita un'attenta visitazione da parte del ministero e delle autorita' competenti - afferma Lorenzo Croce, predidente di Aidaa - in questi ultimi mesi nascono come funghi siti internet che offrono cani a partire da 14.90 al mese come si trattasse di acquistare una pentola o un microonde, e' una cosa che ci deve far riflettere".

"Andando un poco piu' a fondo nella ricerca - comunica Aidaa - scopriamo inoltre che questo tipo di acquisti di cuccioli sono 'finanziabili', infatti le maggiori finanziarie da alcuni mesi hanno attivato il servizio di "finanziamento degli animali vivi". In pratica si accede ad un finanziamento rateale, con interessi piuttosto alti, che da una parte garantisce all'allevatore l'incasso immediato dei suoi soldi mentre l'acquirente paga in alcuni casi con rate che raggiungono gli 84 mesi il proprio cane. Il sistema pare funzionare e infatti i funzionari di una nota finanziaria nazionale, da noi interpellati, affermano che i numeri di questi finanziamenti sono interessanti e in crescita da quando, circa un anno e mezzo fa, hanno iniziato a garantire questo tipo di finanziamento".

"Cosa succede se il proprietario del cane interrompesse i pagamenti? Secondo la legge italiana - prosegue Aidaa - dopo i tre solleciti inviati dalla finanziaria, il cane puo' essere pignorato e finire sotto sequestro e in casi estremi addirittura essere sequestrato e portato presso un canile o una struttura o dato addirittura in affidamento a un privato. Di conseguenza, secondo l'Associazione, il cane potrebbe essere messo all'asta. Diversa, ma altrettanto grave la questione del diritto di recesso che gli allevatori piu' seri non applicano, mentre la maggior parte dei siti internet border-line applicano per trenta giorni e con una garanzia di un anno. Questo permetterebbe il cambio del cane in caso di malformazioni congenite o altre malattie entro un mese dall'arrivo a casa dell'animale".

"Nessuno si e' mai chiesto che fine fanno gli animali restituiti che sono malati? Vengono semplicemente soppressi tranne pochi fortunati che trovano adozione presso privati o associazioni che li accolgono, ma si tratta di una minoranza in quanto in questo sistema trovano spesso collocazione anche i cani importati clandestinamente per cui quelli malati non vengono certo registrati all'anagrafe canina, stesso dicasi per i cuccioli di gatto".

"Oltre ai rischi che abbiamo denunciato, che vanno dal cane pignorato fino al cane restituito perche' malato e destinato a sicura eutanasia - aggiunge il presidente dell' Associazione Croce - e' fondamentale capire cosa si nasconde dietro la maggior parte di questi annunci on line e dei siti internet, i primi a doversi tutelare sono gli allevatori ai quali chiediamo maggior autodisciplina e maggior controllo di questo che e' un vero e proprio mercato parallelo che va spesso a discapito di quegli allevatori che vendono gli animali seguendo scrupolosamente la legge. Non vogliamo fare sensazionalismo - sottolinea - ma i numeri sono alti e di conseguenza anche i rischi.

"Chiediamo quindi - conclude Croce - che su questo fenomeno si indaghi a fondo e si trovi una soluzione per evitare l'equiparazione del cane o del gatto all'elettrodomestico di casa. Ad oggi non abbiamo segnalazioni numerose di cani pignorati, ma abbondano le richieste di persone che vogliono sapere come muoversi dopo aver acquistato un cucciolo malato e che magari vorrebbero sostituire con uno sano mandano a morte certa il primo. E' chiaramente una questione di etica prima ancora che di controllo del mercato".