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L'emergenza dell'infanzia nel nostro Paese

Il servizio 114 296_114_telefono_azzurro

Il 114 Emergenza Infanzia è un servizio gratuito accessibile ventiquattro ore al giorno, durante l’intero anno, a chiunque abbia bisogno di segnalare situazioni di emergenza e disagio, anche derivanti da immagini, messaggi e dialoghi diffusi attraverso mezzi di comunicazione di massa o reti telematiche, ritenuti nocivi per lo sviluppo psico-fisico di bambini e adolescenti (art. 1, decreto interministeriale del 14 ottobre 2002). 136 la media mensile dei casi gestiti negli ultimi due anni. Dal 1° gennaio 2006 al 31 agosto 2008, il Servizio 114 ha gestito complessivamente 4.369 casi.

Chi si rivolge al 114?
Accedono al Servizio 114 prevalentemente persone diverse dal bambino o dall’adolescente direttamente coinvolti nella situazione di emergenza (che costituiscono solo il 9 % circa dei chiamanti). Si tratta di una persona che appartiene al nucleo familiare per il 34,7% dei casi o di una persona che fa parte della rete parentale o amicale del bambino/adolescente o della sua famiglia per il 34,2%. Se nel 14,4% dei casi si tratta di vicini di casa, nel 19,3% le segnalazioni pervengono da persone estranee. Oltre ad abusi e violenze (30,7%), infatti, nel 47,7% dei casi le problematiche riportate direttamente da bambini e adolescenti sono il “malessere psicologico” e le “difficoltà relazionali”.

I bambini e gli adolescenti in emergenza
Il 53,6% delle richieste di intervento riguarda minori di sesso maschile, contro il 46,4% di minori di sesso femminile. Il 63,1% dei bambini ha un’età compresa tra 0 e 10 anni, con una riduzione delle richieste di intervento al crescere dell’età. In circa un caso su cinque (22,2%) l’intervento è
richiesto per un bambino/adolescente di nazionalità diversa da quella italiana o per un nomade.

Il caso dei minori stranieri
La prevalenza delle richieste riguarda bambini/adolescenti di sesso maschile (61,5% vs 38,5%) e generalmente di età inferiore ai dieci anni (67,2%). Si tratta nel 35,3% dei casi di minori stranieri
provenienti dall’Europa (di cui il 30,9% dall’Est Europa e il 3,8% dall’Ue); il 17,5% dall’Africa (di cui l’11,4% dall’Africa Settentrionale); il 12,6% dall’America (di cui l’11,1% dall’America Meridionale) e il 9,4% dall’Asia (di cui il 4,3% dall’Asia Sub Continente Indiano). L’1,2% dei minori stranieri sono apolidi e il 24% di nazionalità ignota. La percentuale più alta di interventi è stata realizzata per i minori profughi o rifugiati (34%) e quella più bassa per i minori non accompagnati (3,2%).

La casistica per genere e classe d’età del bambino
Come sostenuto anche dalla Criminalpol, le femmine sono esposte, più dei maschi, a situazioni di abuso e violenza: la percentuale di bambine/adolescenti che contatta o viene segnalata al 114 a seguito di abusi sessuali è più del doppio rispetto a quella dei maschi. Lo sfruttamento minorile, in
particolare l’accattonaggio, è la problematica che sembra essere più legata al genere maschile. Anche l’età rappresenta un fattore di rischio per le forme più gravi di maltrattamento: situazioni di abuso e violenza (31,2% nella classe 0-10 anni vs 24,8% in quella 11-14 anni vs 24,1% in quella 15-18 anni), di contesti familiari inadeguati (fattori di rischio familiari 29,2% vs 11,8% vs 6,6%) e di sfruttamento minorile (10,6% vs 6,1% vs 3,9%).

Quali le problematiche degli adolescenti tra i 15 e i 18 anni?
Il malessere psicologico, nelle sue diverse manifestazioni è la problematica più diffusa: se in alcuni casi si tratta di difficoltà relazionali, in altre il disagio assume forme “esternalizzanti” traducendosi in “fughe”. Anche i dati della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato confermano che la maggior parte dei casi di “scomparsa” (58,5%) coinvolgono minori di età compresa fra i 15 e i 17 anni e sono per lo più situazioni di allontanamento volontario dall’abitazione, per i minori italiani, o “fughe” dalle comunità per i minori stranieri. Significativo, sebbene inferiore rispetto ai bambini italiani, il
coinvolgimento di quelli stranieri nelle situazioni di abuso e violenza (30,5% per gli italiani, 20,2% per gli stranieri).

Perché ci si rivolge al 114
La maggior parte delle richieste di intervento riguarda situazioni di abuso/violenza (28,1%). Seguono il 15,3% di chiamate per “fattori di rischio” a livello familiare; il 10,5% per sfruttamento minorile; il 9,9% per uso di alcolici/sostanze stupefacenti dei genitori; il 9,2% per accattonaggio e il 9% per problemi relativi alla separazione dei genitori e per malessere psicologico. Clandestinità/irregolarità dei genitori, attività illegali dei genitori, senso di solitudine, disturbi alimentari, disturbi fisici, problemi legati alla sessualità sono tra le emergenze meno segnalate. Significativa anche la percentuale di richieste (11,8%) di adulti che chiedono aiuto per se stessi: in questi casi, gli adulti (generalmente genitori, insegnanti, nonni) contattano il servizio 114 riportando una preoccupazione per un minorenne, dietro la quale, però, si cela una situazione di difficoltà personale (ad esempio, genitore che perde il lavoro).

I luoghi e i responsabili dell’emergenza
Il 58,5%delle situazioni di emergenza segnalate al 114 si sono verificate nell’abitazione del bambino o dell’adolescente. Un altro luogo indicato frequentemente è la strada (26,4%), dato che può essere collegato alle numerose segnalazioni di minorenni coinvolti in accattonaggio. Nel 6,7% dei casi,
invece, l’emergenza si verifica a scuola, per difficoltà relazionali con coetanei o con insegnanti o per episodi di bullismo.

I principali responsabili della situazione di disagio/pericolo risultano le madri (46,7%) e i padri (37,3%); solo in una piccola percentuale di casi si tratta di una persona estranea/sconosciuta al minore (3,1%). Secondo i dati della Direzione Centrale della Polizia Anticrimine della Polizia di Stato relativi alle denunce di abuso sessuale nel 2005, la relazione tra il minore vittima e l’abusante nel 77% dei casi è intraspecifica. L’abusante, quindi, fa parte della cerchia di conoscenze del minore, in particolare del suo contesto familiare (nel 2005 è stata la categoria più frequente con il 37,3%).

Nel caso di un intervento in emergenza, il 114 coinvolge i servizi e le Istituzioni del territorio competente.


(Dal Rapporto Eurispes/Telefono Azzurro)