Haiti, un anno dopo il terremoto


Stampa

Unicef: c’è ancora molto da fare

Rapporto ‘La lunga strada dall'emergenza alla ricostruzione’ haiti_unicef_296

"Ad un anno dal devastante terremoto del 12 gennaio, i quattro milioni di bambini di Haiti continuano a subire le conseguenze di una ineguale disponibilità di accesso all'acqua e alle latrine, ai servizi sanitari e scolatici, alla protezione dalle malattie, dallo sfruttamento e dalla scarsa igiene", ha dichiarato il presidente dell'Unicef Italia, Vincenzo Spadafora.

"Oggi, più di un milione di persone - di cui 380 mila bambini - vivono ancora in campi affollati. Gli aiuti e gli sforzi di ricostruzione degli haitiani e della comunità internazionale sono stati straordinari. Tuttavia - come viene sottolineato nel nuovo rapporto 'Bambini di Haiti. Un anno dopo - La lunga strada dall'emergenza alla ricostruzione', il processo di recupero è solo all'inizio".

"I bambini, in particolare, hanno sofferto e continuano a soffrire enormemente a causa delle ripetute emergenze verificatesi nel 2010 e devono ancora godere pienamente del loro diritto alla sopravvivenza, alla salute, all'istruzione e alla protezione", ha detto la Francoise Gruloos-Ackermans, Rappresentante Unicef ad Haiti.

Rispondere alle sfide di una serie di emergenze umanitarie richiede impegno e investimenti verso soluzioni sostenibili per la gente di Haiti. Già prima del 12 gennaio, solo il 19% delle persone (nel 2006) aveva accesso ai servizi sanitari di base, in calo rispetto al 29 % nel 1990.

Come risposta, l'Unicef ha installato più di 11.300 latrine e ogni giorno ne realizza oltre 600. Nel periodo immediatamente successivo al terremoto, l'Unicef, l'Oms e i partner hanno condotto campagne di vaccinazione di emergenza immunizzando 2 milioni di bambini contro malattie prevenibili come la poliomielite, la difterite e il morbillo.

La distribuzione di 360.000 zanzariere trattate con insetticidi ha raggiunto più di 163.000 nuclei familiari nelle regioni costiere meridionali, dove la malaria è endemica. All'apice dell'emergenza, l'Unicef e i suoi partner hanno distribuito, tramite autocisterne, una media giornaliera di 8,3 milioni di litri di acqua potabile a circa 680.000 persone. Con l'epidemia di colera in corso, l'Unicef sta fornendo più di 10,9 tonnellate di cloro e di oltre 45 milioni di compresse per la potabilizzazione dell'acqua per garantire acqua potabile a 3 milioni di persone nella capitale e nelle città vicine.

L'Unicef ha coordinato l'Interagency Child Protection Working Group, aiutando a registrare e riunire i bambini che erano stati separati dalle loro famiglie e ha lavorato con partner nazionali e internazionali per realizzare 369 "Spazi a misura di bambino" per quasi 95.000 bambini in zone colpite dal sisma. L'Unicef ha inoltre avviato attività di prevenzione e di risposta alla violenza di genere, e, soprattutto, contro la tratta dei bambini. Inoltre, ad oggi, 4.948 bambini sono stati registrati e 1.265 sono stati riuniti alle loro famiglie.

L'Unicef e i suoi partner hanno contribuito a ricostruire le scuole, hanno procurato tende e materiali didattici in modo che 720.000 bambini potessero riprendere le loro lezioni, e in alcuni casi, iniziare la scuola per la prima volta; tuttavia, più della metà dei bambini di Haiti non frequenta la scuola.

Il terremoto ha evidenziato i problemi strutturali profondamente radicati che incontrano i bambini di Haiti, tra cui la malnutrizione cronica, che colpisce un bambino su tre sotto i cinque anni di età. L'Unicef ha lavorato con i partner per fornire alimenti integrativi per rispondere alle esigenze particolari dei bambini e delle loro madri. A metà anno, una rete di 107 'tende amiche dei bambini' era pienamente operativa e forniva consigli nutrizionali e consulenze per mamme e bambini, tra cui uno spazio sicuro per allattare. Ad oggi, oltre 102.000 bambini e 48.900 madri sono stati raggiunti da questi servizi di consulenza nutrizionali.

"Abbiamo ottenuto dei risultati nel corso dello scorso anno, ma permangono notevoli lacune e molto di più deve essere fatto in collaborazione con l'Onu, le Ong, il settore privato, la società civile e i partner del governo per garantire che si rispettino gli impegni per i bambini e le donne, in particolare di coloro che sono ancora sfollati a causa del sisma e di quelli che vivono nelle aree rurali più remote e che lottano per soddisfare le loro necessità quotidiane", ha detto Gruloos-Ackermans.

"I bambini di Haiti hanno il diritto di crescere con un'istruzione ed un'alimentazione adeguata, di accedere all'acqua potabile e a servizi igienico-sanitari sicuri; hanno il diritto di essere liberi dallo sfruttamento e dalle malattie - e crediamo che, con il sostegno e l'impegno - i semi della ricostruzione e dello sviluppo possano essere piantati e questi obiettivi possano essere raggiunti".

(Le foto sono state realizzate dall'Unicef e sono tratte dal sito www.unicef.it)