Giornata di calma relativa oggi in Algeria dopo le violente manifestazioni di ieri contro l'aumento dei prezzi dei generi alimentari, costate la vita ad almeno due dimostranti. Il ministro degli Interni di Algeri, Dahou Ould Kablia, oggi ha fornito il bilancio ufficiale degli ultimi quattro giorni di scontri fra le forze dell'ordine e i manifestanti: oltre ai due decessi, 400 feriti, fra cui 300 poliziotti e 100 dimostranti.
Una delle vittime, un giovane di 32 anni, è stato colpito a morte ieri sera da un proiettile a Ain Lahdjel, nella regione di M'sila, 300 chilometri a sud est di Algeri, ha dichiarato il ministro alla radio, confermando una notizia pubblicata dal quotidiano El Khabar. "E' morto mentre tentava di fare irruzione in un commissariato di polizia", ha precisato Ould Kablia.
La seconda persona è deceduta, sempre ieri, a Bou Smail, una cinquantina di chilometri ad ovest di Algeri, ha proseguito il ministro. "E' stata raccolta ferita per strada. Secondo i medici è morta per le ferite riportate alla testa ma le cause del decesso non sono state ancora accertate", ha aggiunto il titolare dell'Interno.
A proposito dei feriti, il ministro ha sottolineato che la polizia aveva ricevuto l'ordine di contenere le manifestazioni per evitare eventuali derive violente. "Ci sono più di 300 agenti, fra polizia e gendarmeria, che sono rimasti feriti", ha dichiarato ancora Ould Kablia. Fra i manifestanti si contano invece almeno un centinaio di feriti, ha informato il ministro.
Nonostante gli appelli alla calma erano riprese nel tardo pomeriggio di ieri le proteste nei quartieri popolari di Algeri, dove centinaia di giovani armati con pietre e bottiglie di vetro si erano scontrati con gli agenti, che hanno cercato di disperdere i manifestanti con gli idranti e i gas lacrimogeni. Le manifestazioni si erano poi estese in altre città del Paese fra cui Orano. Intanto per oggi era previsto un consiglio interministeriale per esaminare le modalità per arginare l'impennata dei prezzi dei generi alimentari di base che ha scatenato le proteste di piazza.
Dopo i cinque feriti di ieri, regnava oggi una relativa calma anche in Tunisia, dove tra manifestazioni di piazza, scioperi degli avvocati, tentati suicidi e arresti di blogger, prosegue da tre settimane un movimento di protesta a sfondo sociale, che vede la partecipazione in particolare di giovani disoccupati. La protesta era partita da Sidi Bouzid, 265 chilometri a sud di Tunisi, all'indomani delle esequie di Mohamed Bouaziz, un 26enne immolatosi il 17 dicembre per protestare contro il sequestro del suo banco di primizie al mercato da parte di agenti comunali. Mohammed Bouaziz è diventato il simbolo di una rivolta contro la precarietà sociale e la disoccupazione nel Paese.