Si cominciano a vedere i primi segnali di ripresa nel sistema manifatturiero, partendo da alcuni settori del made in Italy (e non solo) piu' fortemente penalizzati dalla crisi occupazionale dei mesi scorsi. E' quanto risulta dall'ultimo aggiornamento dell'indagine Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro.
Ricominciano a crescere, infatti, e puntano su risorse piu' qualificate, le assunzioni dell'industria, che raggiungono le 14.600 unita' nell'ultimo trimestre del 2010, pari al 21% delle entrate totali, oltre 3 punti percentuali in piu' di quanto previsto nel III trimestre dell'anno. All'interno del settore, spiccano gli incrementi del "sistema moda" e dell'industria dell'elettronica. A queste si aggiungono le maggiori entrate programmate nell'ultimo trimestre dell'anno rispetto a quello precedente da parte delle imprese dei beni per la casa (arredamento, ceramiche e vetro), che compensano il rallentamento di entrate di altri settori della manifattura. L'altro aspetto interessante che emerge dall'analisi e' la richiesta occupazionale che proviene dall'istruzione, dai servizi ricreativi e culturali e dal mondo dell'editoria, dove, infatti, si registra l'incremento piu' rilevante delle entrate rispetto agli ultimi trimestri.
Con 14.600 assunzioni non stagionali tra ottobre e dicembre, il settore manifatturiero arriva a concentrare il 21% delle entrate programmate nel trimestre dalle imprese italiane dell'industria e dei servizi con almeno un dipendente. Ad esprimere un maggior fabbisogno occupazionale sono le imprese del 'sistema moda' e dell'elettronica, in primo luogo quelle operanti sull'estero e spinte a sostituire parte della forza lavoro in uscita con figure dal profilo piu' qualificato, gran parte dei quali rappresentate da operai specializzati. Tra i servizi, la flessione delle entrate nelle attivita' commerciali (12.200 quelle messe in cantiere per fine anno) risulta piu' che controbilanciata dall'espansione dei servizi informatici (2.500, il 3,5% delle assunzioni totali) e, soprattutto, dall'istruzione, dai servizi ricreativi e culturali e dall'editoria (13mila le assunzioni programmate nei tre mesi finali del 2010, pari a circa il 18% delle entrate totali previste nel trimestre, contro poco piu' del 2% di quelle messe in cantiere nei tre mesi precedenti). Un segnale positivo soprattutto per i giovani, che, secondo le dichiarazioni delle imprese, possono trovare piu' spazio proprio nelle attivita' legate all'intrattenimento, allo sport, al benessere.
La volonta' delle nostre imprese di reagire alla congiuntura puntando sulla qualita' e sull'innovazione e' evidente dalla piu' elevata richiesta di professioni specialistiche e tecniche. Le prime hanno raggiunto l'11% delle assunzioni programmate nell'ultimo trimestre dell'anno (7.700 entrate, contro le 5.700 del III trimestre 2010), mentre tra le seconde spicca la piu' rilevante domanda di tecnici nel marketing e nelle vendite (oltre 3mila assunzioni, a riprova dell'impegno delle aziende italiane nel cercare nuovi sbocchi di mercato, in Italia e all'estero) e di tecnici dell'insegnamento e dei servizi alle persone (4.600 entrate).
Piu' contenuta a fine anno risulta la richiesta di personale a diretto contatto con la clientela: dai commessi agli addetti alle vendite e agli operatori nell'assistenza sociale. La ripresa delle assunzioni nell'industria manifatturiera comporta un fabbisogno piu' elevato di operai specializzati, in molti casi (44%) con diploma e con precedenti esperienze lavorative specifiche (45%), tanto da renderne piu' difficile il reperimento (42% del totale delle assunzioni programmate per questa tipologia professionale). In netta diminuzione, infine, la richiesta di personale generico, sia nelle costruzioni che nei servizi. Anche a causa di cio', risulta complessivamente piu' contenuto il fabbisogno di lavoratori immigrati.
La piu' pressante richiesta di qualificazione e' confermata dalla numerosita' delle assunzioni programmate di personale con un titolo di studio elevato: il 20% circa delle entrate nel trimestre riguarda laureati, cui si aggiunge una quota di diplomati in ingresso nelle aziende che sfiora la meta' del fabbisogno occupazionale totale. Il titolo di studio secondario e' richiesto non solo nelle attivita' commerciali e nelle funzioni amministrative ma anche per svolgere professioni a carattere tecnico, nel campo della progettazione e delle vendite. Segno che le nostre imprese stanno sempre di piu' operando sul fronte dell'accrescimento della competitivita' investendo sulle risorse umane di profilo piu' elevato, per conseguire maggiore produttivita'.