''Il capitano non ammaina mai la bandiera''. Cosi, con orgoglio e disciplina da soldato, Francesco Totti conclude e suggella, in una dichiarazione sul suo blog, una giornata di colloqui con la presidente Sensi e il tecnico della Roma Ranieri; e di pensieri tristi, non ultimo quello sulla possibilità di lasciare un giorno il club giallorosso.
Tristezza che il n. 10 motiva con il fatto di ''non riuscire a dare il massimo contributo per raggiungere i risultati che tutti noi desideriamo''. ''Semplicemente sono triste perché questa rosa deve ambire assolutamente ai massimi risultati. Questo è il nostro comune obiettivo'', spiega in serata.
Tristezza che - sottolinea - ''non è certo rivolta al nostro presidente: siamo accomunati da un rapporto di stima, affetto e amore per la Roma, un legame profondo che dura da quando è cominciata la mia carriera. Rosella Sensi va ringraziata per tutto quello ce ha fatto e che farà per i nostri colori''.
''Né è indirizzata - aggiunge, riferendosi sempre alla tristezza - all'allenatore, alle cui decisioni tecniche mi sono sempre rimesso con massima disponibilità; o ai dirigenti, con cui mi confronto quotidianamente. E nemmeno ai miei compagni, che hanno tutta la mia stima''.
Un Totti, insomma, triste ma distensivo. In precedenza, l' amarezza sembrava aver preso il sopravvento. ''Pensiamo ad adesso, poi si vedrà'', aveva risposto all'intervistatore di Sky che gli chiedeva se avesse mai pensato ad un futuro lontano dalla Roma.
''Sinceramente un po' mi è dispiaciuto entrare a Genova per 4 minuti, sembrava quasi che stessimo perdendo tempo. Ma ho accettato questo, ho accettato la panchina, ho accettato di giocare, accetto tutto. Sono totalmente a disposizione della società e del mister'', aveva aggiunto lasciando Trigoria.
Rosella Sensi ieri ha lavorato per mediare e sistemare la situazione tra il numero 10 e il tecnico, deterioratasi dopo la partita di domenica scorsa con la Sampdoria e l'ingresso in campo di Totti in zona Cesarini. E a fine mattinata, quando la presidente giallorossa ha lasciato il centro sportivo dopo una serie di incontri tra dirigenti, allenatore e capitano, la situazione è apparsa cambiata, in meglio.
Anche se Totti ha ribadito un concetto: ''La scorsa settimana ho detto che sono triste dentro Trigoria, fuori sto benissimo''. E' ancora cosi'? ''Sì''.
A Trigoria Totti forse non si sente più così protetto e indispensabile, forse c'è qualcuno che non lo fa più sentire quel simbolo e quella bandiera che è ormai da tanti anni. Eppure dopo gli incontri di ieri i dirigenti sembravano più sollevati. Forse non sono stati convincenti? ''Sono io a doverlo essere - ha risposto il n, 10 - ho parlato con Conti, Pradè, Montali prima di parlare con il Mister. E' stato fatto un discorso in generale, abbiamo parlato di quello che è successo e che succederà”. E poi: ''L'importante è che io abbia dietro delle persone che mi sostengono sempre''.
L'importanza di essere compreso, apprezzato e sostenuto. Deve averci riflettuto ancora, Francesco, prima di quello scatto di orgoglio, e di responsabilità, sul suo blog: ''Il capitano non ammaina mai la bandiera''.