Di Maria Elisa Buccella
“InCanto”
Dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto
Reggio Emilia, Teatro Romolo Valli, 21 novembre 2008
Secondo te nella storia dell’Aterballeto a che punto siamo?
“Siamo a buon punto, a un punto anomalo se consideriamo il panorama della danza italiana, la compagnia è sempre più internazionale e questo lo dico non in modo velleitario ma, anzi, con un po’ di tristezza. Mi piacerebbe che la Compagnia fosse più nazionale e poi internazionale. E invece, più giriamo il mondo e meno interesse c’è da parte dell’Italia nei nostri confronti. Abbiamo progetti in tutto il mondo ma nel nostro Paese è difficilissimo capire perché non ci hanno mai chiamato, per esempio, a Genova, a Palermo o a Catania, mai a Reggio Calabria. Da quando sono arrivato all’Aterballetto, 12 anni fa, abbiamo ballato a Milano una sola volta... Non capisco e veramente non mi va più neanche di pormi il problema… Mentre negli ultimi quattro anni siamo stati due volte a Madrid e Barcellona, tre volte a Bilbao. Siamo stati invitati ad importanti festival come la Triennale di Lione, ma non ci hanno mai chiamato alla Biennale di Venezia. Abbiamo ballato al Bolscioi di Mosca e al Mussorkij di San Pietroburgo, ad Amsterdam, a Parigi, a New York e poi Stoccolma, Bruxelles eccetera, eccetera. Stiamo già progettando il 2012 e il 2013 ma all’estero con partner importanti in Francia, Olanda, Germania e altri ancora con i quali coproduciamo".
E allora, diamo uno sguardo al futuro. Raccontaci a cosa state lavorando.
“Tra le varie produzioni in cantiere “c’è un “Macbeth” per la realizzazione del quale avremo al fianco il grande Fabrizio Plessi (videoartista apprezzato in tutto il mondo, le sue opere sono in alcuni dei più importanti Musei d’Arte contemporanea del mondo, ndr.), lui curerà le scenografie dello spettacolo. La musica sarà composta per l’occasione dal Eric Palomar, giovane compositore spagnolo che nel suo Paese ha già fatto molte cose importanti negli ultimi anni. Questo “Macbeth” è coprodotto da Lussemburgo, Germania, Spagna e dall’Aterballetto. Debutterà a cavallo del 2011-2012”. “Alla fine del 2009, c’è un progetto finalmente molto italiano, con una grande rockstar nostrana, Luciano Ligabue, un personaggio poliedrico, curioso. Lui conosce bene la nostra Compagnia, è sempre venuto a vedere gli spettacoli anche perché, come si sa, è di Reggio Emilia, e da tempo segue anche il mio lavoro. Ci siamo conosciuti un po’ di anni fa e poi è arrivata l’idea di fare qualcosa insieme. E’ un progetto al quale tengo molto perché è anche una scommessa: per il genere musicale di Ligabue -non mi sono mai cimentato con il mondo del rock e questo mi stimola molto- e perché speriamo che proprio la sua musica ci faccia finalmente sfondare in Italia”. E il titolo dello spettacolo rimanda totalmente al mondo del Liga,”Certe Notti”, e sarà certamente interessante vedere come il ruvido vocabolario musicale del rock si sposerà con quello di una danza contemporanea fatta di elegante essenzialità, spericolate geometrie, rigore stilistico.
Ma ora torniamo al presente e scopriamo le ragioni di un balletto il cui tema, almeno sulla carta, sembra essere assai impegnativo:”InCanto” dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto.
“Ci pensavo da anni, l’idea era chiusa in cassetto. Poi sono arrivate le celebrazioni per i 150 anni del Teatro Romolo Valli, un teatro che è parte integrante della città di Reggio Emilia e qui è nato Ludovico Ariosto (8 settembre 1474 - Ferrara 6 luglio1533, ndr.)”. Per quell’occasione, parliamo della fine del 2007, è stata presentata, possiamo dire, la base di un lavoro che oggi è veramente compiuto. La versione che va in scena è un ex novo che dà vita ad una serata a tema unico. Quindi, un lavoro impegnativo sia dal punto coreografico che della produzione.
Della monumentale opera dell’Ariosto cosa pensi di portare in scena, quale la tematica.
“E’ un lavoro sostanzialmente astratto anche se non manca di elementi narrativi nei quali certamente ritroviamo personaggi e situazioni direttamente riconducibili all’Orlando di Ariosto. Il tema di fondo è la passione, quel sentimento che fa perdere l’uomo. Le passioni, i sentimenti, superano la razionalità e fanno sì che l’uomo si perda per poi ritrovarsi, forse, un po’ più ricco, forse più maturo e pronto a un nuovo viaggio nella vita. Ho cercato di creare un affresco sognante, molto ballato ma anche molto teatrale. Un viaggio della mente per il quale uso anche molta tecnologia”.
Lo spettacolo dopo Reggio Emilia sarà al Comunale di Treviso il 16 dicembre, a gennaio a Forlì e a marzo a Pordenone e a Livorno.
Grazie alla collaborazione tra il Teatro di Roma e l’Accademia Filarmonica Romana, l’Aterballetto inizia da Roma, al Teatro Argentina, dal 1° al 4 gennaio 2009, il suo trentesimo anno di attività con il “Romeo e Giulietta” di Mauro Bigonzetti.
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