La storia dell’Aterballetto è un qualcosa di unico nel panorama della danza italiana. E’, infatti, la prima compagnia stabile di danza costituita al di fuori di un ente lirico. Da quando è nata, tra pochi giorni, nel 2009 sono trenta anni, ha avuto un corpo di ballo stabile e una residenza, il magnifico Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia. A far fare i primi passi alla Compagnia, e non solo in modo figurato, è Amedeo Amodio, grande danzatore e coreografo di talento. A lui, per circa venti anni, sono affidate le sorti dell’ensemble di cui ha delineato la fisionomia. L’Aterballetto è una compagnia agile e versatile; i suoi ballerini sono sempre -nelle varie generazioni che si sono succedute- solidi dal punto di vista tecnico e capaci di essere interpreti raffinati, ricchi di espressività. Doti ineludibili per il repertorio che via via la Compagnia costruisce. Un repertorio vasto che porta la firma di grandi coreografi del ‘900, tra quelli che hanno fatto la storia della danza moderna e contemporanea: Balanchine, McMillan, Ailey, Tetley, Forsythe, van Manen, Béjart, van Hoecke, Kylian, Petit, Limòn…
Nel 1997 il testimone passa nella mani di Mauro Bigonzetti, romano, formatosi alla Scuola dell’Opera di Roma, e che, proprio grazie ad Amedeo Amodio e all’Aterballetto, riesce a esprimersi non solo come eccellente danzatore, ma anche come geniale coreografo. Bigonzetti diventa il direttore artistico dell’Aterballeto e il repertorio della Compagnia si arricchisce anche di sue creazioni.
Coreografo e Compagnia non hanno vita facile in Italia. Per quei paradossi che solo nel nostro Paese sono possibili, L’Aterballetto e Mauro Bigonzetti sono ricercati e molto apprezzati all’estero, ma con più fatica trovano spazi in patria. Collaborano con prestigiosi teatri e istituzioni in tutto il mondo, ma vederli all’opera a Roma come a Milano è cosa assai rara. Per Bigonzetti, poi, in qualità di coreografo si sono aperte le porte di realtà quali il New York City Ballet, della Staatsoper di Berlino nonché l’Opera di Parigi.
Quest’anno si apre un nuovo capitolo per l’Aterballetto: la direzione artistica passa, infatti, a Cristina Bozzolini, un “monumento vivente” della danza italiana anche per aver fondato e diretto il Balletto di Toscana, una bellissima realtà che, purtroppo, non ha avuto vita fortunata. Mauro Bigonzetti, però, resta saldamente legato all’Aterballetto rimanendo il suo coreografo principale.
Trent’anni di una storia di eccellenza tutta proiettata al futuro, quella dell’Aterballetto, che si compiono sorprendentemente in un momento in cui la crisi del sistema culturale italiano ha raggiunto, forse, il suo apice. Come non considerare anche questo un paradosso tutto italiano? Ma che induce alla speranza, almeno per la danza.
M. E. B.
>>> L'intervista a Mauro Bigonzetti