Tunisia nel caos


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Dall'inizio della rivolta alla fuga di ben Ali

Una breve cronologia dei fatti dell'ultimo mese

La rivolta che ha costretto alla fuga il presidente Ben Ali e' scoppiata poco più di tre settimane fa a Sidi Bouzid, nel centro della Tunisia, con il gesto disperato di un ambulante che si è dato fuoco. Poi la protesta contro il carovita e la disoccupazione si è allargata al resto del Paese, fino alle strade di Tunisi.

18 DICEMBRE 2010 - Mohamed Bouazizi si dà fuoco davanti all'edificio del governo di Sidi Bouzid per protestare contro la confisca da parte della polizia del suo banchetto abusivo di frutta e verdura. L'uomo morirà il 5 gennaio.

24 DICEMBRE 2010 - Sull'onda del gesto disperato di Bouazizi, tutta la regione diventa teatro di manifestazioni che degenerano in scontri con la polizia. A Menzel Bouzayane un ragazzo di 18 anni viene ucciso da un colpo di arma da fuoco. Un altro dimostrante morirà il primo gennaio per le ferite riportate.

27 DICEMBRE 2010 - La protesta arriva nella capitale, una dozzina di persone rimane ferita durante una manifestazione.

29 DICEMBRE - Altri due giovani disoccupati tentano il suicidio a Gafsa Zar e a Sidi Bouzid. In un rimpasto di governo, deciso in seguito dalle proteste, il presidente Ben Ali nomina i nuovi ministri della Gioventù, del Commercio, della Comunicazione e degli Affari religiosi.

4 GENNAIO 2011 - Dopo alcuni giorni di relativa calma si riaccende la protesta di studenti e disoccupati in diverse località della Tunisia.

7 GENNAIO 2011 - Gli Stati Uniti esprimono "preoccupazione" per quanto accade nel Paese nordafricano e convocano l'ambasciatore tunisino a Washington. Intanto si contano 5 feriti tra i manifestanti vicino a Sidi Bouzid. 8 GENNAIO 2011 - Un altro venditore ambulante si dà fuoco a Sidi Bouzid. A Tunisi si tiene una grande manifestazione indetta dall'Unione Generale dei Lavoratori Tunisini per chiedere "pane e dignità ". Il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, si dice "preoccupato" e sostiene il governo "per intervenire sui prezzi dei prodotti" alimentari e "per riportare la calma".

9 GENNAIO 2011 - Nella notte tra l'8 e il 9 gennaio, si infiammano le proteste a Thala e Kasserine. A fine giornata il bilancio sarà di 14 morti secondo fonti del governo, 28 secondo altre testimonianze. Il leader storico del Partito democratico progressista all'opposizione, Ahmed Nejib Chebbi, rivolge un appello a Ben Ali per "far cessare il fuoco" contro cittadini innocenti. 10 GENNAIO 2011 - Secondo radio Kalima, il bilancio delle vittime degli scontri dei giorni precedenti ammonterebbe a 50 morti. In un discorso alla nazione il presidente Ben Ali accusa gli autori dei disordini di "atti di terrorismo" e denuncia "ingerenze straniere". Il governo annuncia la chiusura di scuole e università, fino a nuovo ordine. L'Ue condanna le violenze e l'arresto dei dissidenti.

11 GENNAIO 2011 - Il bilancio ufficiale delle vittime degli scontri nel fine settimana sale a 21. Scoppia la rivolta alla periferia di Tunisi, si mobilita l'esercito. Anche dalla Francia arriva la condanna per le violenze.

12 GENNAIO 2011 - Violenti scontri si registrano tra dimostranti e polizia in pieno centro a Tunisi. Nuove vittime. Ben Ali nomina il nuovo ministro dell'Interno e ordina il rilascio degli arrestati che non siano "implicati in gravi atti di violenza". L'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Catherine Ashton, condanna l'uso sproporzionato della forza da parte della polizia tunisina. 13 GENNAIO 2011 - L'esercito si ritira da Tunisi che rimane sorvegliata dalle forze speciali. Un manifestante viene ucciso da un colpo d'arma da fuoco. Una villaggio turistico di Hammamet viene preso d'assalto e saccheggiato. In un discorso alla nazione, Ben Ali si impegna a lasciare il potere nel 2014, ordina alla polizia di cessare il fuoco si manifestanti e promette liberta' di stampa. Tredici morti a Tunisi, secondo fonti mediche. Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi) lancia un appello a rovesciare il potere costituito e a instaurare la legge coranica (Shaaria).

14 GENNAIO 2011 - Migliaia di manifestanti, al grido di 'Ben Ali vattene', si radunano a Tunisi e in provincia. Violenti scontri nella capitale tra gruppi di manifestanti e poliziotti in tenuta anti-sommossa. Un fotografo francese viene ferito alla testa da un lacrimogeno. Blindati della polizia vengono schierati a protezione del ministero dell'Interno e degli Esteri e davanti alla sede della Tv pubblica. Ben Ali destituisce il governo e indice nuove elezioni. Decretato lo stato di emergenza in tutto il Paese. L'esercito prende il controllo dell'aeroporto e chiude lo spazio aereo. Ben Ali lascia il paese a bordo di due Falcon dell'aeronautica francese. Incerta la destinazione: secondo una fonte sarebbe a Parigi, un'altra lo indica a Malta. Il presidente del parlamento assume l'interim fino a nuove elezioni.