Nei giorni scorsi l'emergenza diossina in Germania ha messo a rischio in Italia le vendite di carni suine, uova e latte a lunga conservazione. Per le uova pero' i consumatori non hanno cambiato abitudini. Il segreto stava nell'etichetta d'origine che per le uova segnala il pese di provenienza, bastava scartare quelle tedesche e si era al sicuro. Per le carni suine e il latte uht bisogna invece fidarsi perche' per questi prodotti alimentari non c'e' ancora l'obbligo di segnalarne l'origine in etichetta. Questione di poco pero'. Martedi' prossimo la Camera dara' il via libera alla legge sull'etichetta che estende a tutti quei prodotti alimentari che ancora non ce l'hanno l'obbligo di segnalarne in etichetta l'origine.
La legge avra' ripercussioni importanti non solo sul mercato interno, ma anche a livello europeo dove il governo italiano sta facendo dell'etichetta d'origine la sua bandiera politica nell'ambito del regolamento Ue sulle informazioni alimentari ai consumatori. Con questa legge l'Italia si porra' all'avanguardia nella tutela dei consumatori e presto le carni suine, ma anche quelle di agnello come il latte a lunga conservazione dovranno far sapere a chi li compra da dove vengono.
Il provvedimento, che nasce dopo piu' di due anni di traversie, ha goduto negli ultimi passaggi di un percorso privilegiato e accelerato, grazie all'accordo con le opposizioni che hanno ritirato tutti i loro emendamenti. Sono cosi' stati stralciati al senato quegli articoli che prevedevano un impegno di spesa. Il testo che avra' martedi' il via libera definitivo dalla Commissione agricoltura della Camera e' composto di 7 articoli e ha il suo fulcro nell'art. 4 che, disciplinando appunto "l'etichettatura dei prodotti alimentari", stabilisce l'obbligo di "riportare nell'etichettatura (...) l'indicazione del luogo di origine o di provenienza e (...) dell'eventuale utilizzazione di ingredienti in cui vi sia presenza di ogm in qualunque fase della catena alimentare" per i prodotti alimentari "trasformati, parzialmente trasformati o non trasformati". Spettera' poi a dei decreti attuativi interministeriali "definire (...) i prodotti soggetti all'obbligo".
Finalmente otterranno l'etichetta di origine le carni che finora non l'hanno avuta (suini, e quindi i salumi, carni di pecora, agnello e coniglio) e il latte a lunga conservazione, ma anche la frutta e la verdura trasformata, vedi in particolare le aranciate e le spremute di arancia, un comparto dove il prodotto d'origine italiano subisce una concorrenza feroce da parte dei succhi congelati provenienti da paesi extra Ue.
Significativo all'interno del provvedimento il rafforzamento del sistema sanzionatorio e di salvaguardia delle produzioni a denominazione protetta (art.2), delle produzioni italiane (art. 3) nonche' quelle per la produzione e il commercio dei mangimi (art.6) che arriva a prevedere sanzioni amministrative fino a 66.000 euro "salvo che il fatto costituisca reato".