> Iter e contenuti della legge
Via libera alle etichette d'origine obbligatorie per tutti i prodotti agroalimentari. Il ddl 2260 e' legge dopo la votazione di oggi all'unanimita' in Commissione agricoltura della Camera in sede legislativa.
Il provvedimento, declinato in 7 articoli, prevede l'obbligo di indicare la provenienza dei cibi sia per i prodotti trasformati che non, lungo tutta la filiera e quindi in ogni fase della produzione, in sostanza, dai campi agli scaffali. E' prevista anche l'indicazione di un'eventuale presenza di ogm dei singoli ingredienti di alimenti trasformati. Tuttavia, l'attuazione della legge prevede decreti per ogni prodotto, filiera per filiera.
Fino ad oggi, le etichette d'origine in Italia era obbligatorie solo per alcuni alimenti: uova, latte fresco, carne bovina, carne di pollo, passata di pomodoro, olio extra vergine di oliva e miele. D'ora in poi l'obbligo sara' esteso a tutti gli alimenti.
Coldiretti: taroccato 1 piatto su 3, l'etichetta lo smaschera
"Circa un terzo della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati, per un valore di 51 miliardi di euro di fatturato, deriva da materie prime importate, trasformate e vendute con il marchio made in Italy, in quanto la legislazione sino ad oggi lo consentiva nonostante in realtà esse potessero provenire da qualsiasi punto del pianeta". E' quanto emerge dalle anticipazioni del rapporto Coldiretti/Eurispes. I dati sono diffusi dalla Coldiretti in occasione dell'approvazione definitiva della legge salva-made in Italy sull'obbligo di indicare la provenienza degli alimenti in etichetta, che la maggiore organizzazione agricola italiana ed europea ha festeggiato con un migliaio di agricoltori in piazza Montecitorio con il presidente nazionale Sergio Marini.
"Gli inganni del finto made in Italy sugli scaffali riguardano - riferisce la Coldiretti - due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su 4 che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere. L'approvazione della legge pone fine ad un grave inganno nei confronti dei produttori italiani e dei consumatori che attribuiscono grande importanza alla provenienza degli alimenti: per quasi un italiano su 4 (23%) il cibo italiano dal campo alla tavola vale almeno il doppio con due italiani su tre (65%) che sono disponibili a pagare dal 10% in più in su, secondo l'indagine Coldiretti-Swg. La fiducia nel made in Italy rispetto al prodotto straniero è del 91% per gli alimenti. La superiorità del made in Italy alimentare è attribuita al rispetto di leggi più severe, alla bontà e freschezza e alla garanzia di maggiori controlli".
"La fiducia accordata alle produzioni agricole italiane è giustificata dal primato nei controlli, con oltre un milione tra le verifiche e le ispezioni effettuate sul made in Italy alimentare nel 2010", secondo il presidente Marini. "Una garanzia che - precisa la Coldiretti - ha consentito di far conquistare nel 2010 il primato nella sanità e nella sicurezza alimentare, con un record del 99% di campioni regolari di frutta, verdura, vino e olio, con residui chimici al di sotto dei limiti di legge. Nel nostro Paese si trova un terzo delle imprese biologiche europee e un quarto della superficie bio dell'Unione, superando il milione di ettari. L'agricoltura italiana vanta inoltre la leadership nei prodotti tipici, con 214 prodotti a denominazione o indicazione di origine protetta riconosciuti dall'Unione europea, senza contare le 4.511 specialità tradizionali censite dalle regioni. Ma il made in Italy a tavola è anche l'emblema nel mondo della dieta mediterranea che è stata riconosciuta dall'Unesco, anche per il modello nutrizionale ormai universalmente riconosciuto fondamentale ai fini del mantenimento di una buona salute e che si fonda su una alimentazione basata su prodotti locali, stagionali, freschi di cui l'Italia è particolarmente ricca".
Pesano 10 anni di allarmi sanitari
Se l'emergenza mucca pazza ha portato l'obbligo di indicare in etichetta l'origine della carne bovina nel 2002 e l'aviaria nel 2005 quella della carne di pollo, per arrivare all'estensione per legge a tutti i prodotti alimentari ci sono voluti oltre dieci anni (risale al 13 gennaio 2001 il primo caso di mucca pazza) e perdite stimate in 5 miliardi dovute alle psicosi generate nei consumi dagli allarmi sanitari come quello scoppiato in Germania con effetti negativi anche sugli allevatori italiani di maiali. E' quanto afferma il Presidente della Coldiretti Sergio Marini e in occasione dell'approvazione definitiva della legge salva Made in Italy sull'obbligo di indicare la provenienza degli alimenti in etichetta con migliaia di agricoltori della maggiore organizzazione agricola italiana ed europea in piazza Montecitorio per sostenere e festeggiare, anche con la preparazione e la degustazione di una salsiccia di cento metri per i parlamentari e rappresentanti delle istituzioni presenti.
Codacons: finalmente consumatori più tutelati
Il Codacons accoglie con soddisfazione l'ok al disegno di legge sull'etichettatura da parte della Commissione agricoltura della Camera. Si tratta, spiega il presidente dell'associazione dei consumatori, Carlo Rienzi, "di una battaglia che ha visto il pieno appoggio dei consumatori, rappresentati dal Codacons. Da anni -aggiunge- chiedevamo una maggiore trasparenza per combattere le truffe alimentari che rappresentano un danno per i consumatori e per gli agricoltori italiani".
Grazie a questo provvedimento, rileva Rienzi, "i cittadini saranno piu' tutelati e potranno acquistare consapevolmente, senza temere inganni e raggiri, e senza piu' il rischio di comperare prodotti alimentari tipici italiani realizzati con materie prime cinesi".
Federconsumatori: garantito il diritto all'informazione
"Con l'approvazione della Legge che prevede in etichetta, per tutti i prodotti, l'indicazione del luogo di allevamento, o coltivazione dei prodotti contenuti negli alimenti, si compie oggi un percorso da sempre portato avanti dalla Federconsumatori". Lo sottolinea l'associazione dei consumatori in una nota.
"Infatti, da sempre -continua Federconsumatori- sosteniamo il diritto all'informazione e alla conoscenza degli elementi fondamentali per le scelte dei consumatori in un settore delicatissimo, che attiene all'integrita' della persona, quale quello agroalimentare".
Nel plaudere a tale evento, per Rosario Trefiletti, presidente della Federconsumatori, "si rende necessario un'accelerazione dei decreti attuativi. Inoltre, bisognera' accompagnare con saggezza ed intelligenza questo importante provvedimento per evitare che siano frapposti ad esso ostacoli, o rallentamenti, da parte della Commissione Europea".