I film del week end


Stampa

Vallanzasca - Gli angeli del male

Di Sandro Calice

VALLANZASCA – GLI ANGELI DEL MALE

di Michele Placido, Italia 2010 (20th Century Fox)
Kim Rossi Stuart, Filippo Timi, Moritz Bleibtreu, Valeria Solarino, Paz Vega, Francesco Scianna.

Se “Romanzo criminale” ha funzionato così bene, “Vallanzasca” potrebbe avere lo stesso destino: cambia la città, ma stile e genere sono quelli.

Negli anni Settanta la mala a Milano è sotto il controllo di Francis Turatello, detto Faccia d’angelo. Ma una banda di rapinatori, amici d’infanzia, piccoli delinquenti, si comincia a fare strada a colpi di rapine: li comanda Renato Vallanzasca, carismatico e affascinante personaggio destinato al crimine sin da ragazzo. Con i primi soldi arriva la bella vita, la banda si allarga e cominciano i primi omicidi. Vallanzasca conosce Consuelo, bella ragazza meridionale che gli darà un figlio e che si trova con lui al momento del suo primo arresto. E’ solo l’inizio di una carriera fatta di innumerevoli rapine, sparatorie, vittime, nuovi membri della banda, evasioni, carcere e ancora evasioni, con amici che si perdono per strada, che tradiscono, che vengono uccisi, nuove alleanze e matrimoni. Fino all’ultimo, definitivo arresto.

“Il mio non è certo un film assolutorio – dice il regista –Quello che fa Vallanzasca è fin troppo chiaro: ammazza poliziotti, scanna il suo amico più caro in carcere. Se uno vede una glorificazione, non ha capito. E’ un criminale fino in fondo, ma un criminale con una sua etica del male”. E spiega: “Ha mantenuto una sua etica comportamentale, una sua coerenza nel male fino alla fine. Non ammazzava a sangue freddo, non faceva saltare in aria innocenti come hanno fatto la mafia e i terroristi, non ha mai fatto alleanze né con la mafia, né con la camorra né con la politica eversiva che in quegli anni cominciava ad affollare le carceri. E infatti sta scontando il suo ergastolo”. Certo che il rischio di una mitizzazione c’è sempre quando si romanza la vita di un criminale, rischio aiutato qui da un’ottima interpretazione di Rossi Stuart, che quando ad esempio dice sorridendo “io non sono cattivo, ho solo un lato oscuro molto pronunciato” diventa oggettivamente simpatico. Ma sono riflessioni che attengono marginalmente all’opera cinematografica: qui Placido, in maniera anche abbastanza lineare e scolastica e seguendo lo schema di “Romanzo criminale”, costruisce un buon poliziesco, di quelli che piacciono oggi, con attori (bravo Timi, meno i personaggi minori) e ambientazioni all’altezza.