Ironia e ragione contro la paura dell'Apocalisse: il Festival della Scienza di Roma è pronto a sfidare la grande paura della fine del mondo "materializzata" nella data del 21 dicembre 2012, ultimo giorno del Calendario Maya.
Dal 20 gennaio oltre 60 scienziati, aperitivi e caffé scientifici, musica e installazioni hi-tech diranno la loro sulla fine della vita sulla Terra, unica data certa della quale al momento è la morte del Sole, prevista fra non meno di cinque miliardi di anni. Scegliere il tema della fine del mondo "é stata una bella idea, che dimostra la grande capacità divulgativa del Festival", ha osservato il sindaco di Roma Gianni Alemanno, presentando il Festival, prodotto dalla Fondazione Musica per Roma in partnership con la Telecom Italia e in collaborazione con Codice, Idee per la cultura.
La profezia Maya del 2012 "é il tema meno scientifico che si possa immaginare", ha osservato l'amministratore delegato della Fondazione, Carlo Fuortes. "Naturalmente - ha aggiunto - della fine del mondo si parlerà in modo scientifico e sarà l'occasione per divulgare in modo alto senza annoiare". Per il direttore scientifico del Festival, Carlo Bo, "l'attenzione della scienza è in realtà concentrata sulla fine delle risorse del pianeta, ed è soprattutto di questo che si parlerà".
Della fine del mondo parleranno il fisico teorico Brandon Carter, studioso dei buchi neri, il filoso John Leslie, convinto assertore della capacità dell'uomo di colonizzare altre galassie prima che la Terra diventi inospitale e la fisica Lisa Randall, studiosa dei modelli più avanzati dell'universo, compreso quello che ipotizza l'esistenza di nuove dimensioni.
Si potrà anche vivere in diretta esperienze catastrofiche, sfuggendo a eruzioni vulcaniche in 3D o a un terremoto. Si potrà anche entrare in un futuro molto meno apocalittico ma più avvincente sperimentando una casa intelligente allestita dal Telecom Future Lab, dove internet permette di controllare ogni oggetto, dal frigorifero e il forno al televisore. "I marziani siamo noi" è il tema della Serata National Geographic Channel, con l'astrofisico Giovanni Bignami. Si sorriderà delle superstizioni anche nel concorso "La cattiva scienza in tv', mentre lo scrittore Ian McEwan terrà la lezione magistrale "Blues della fine del mondo".
Tra gli ospiti anche il biologo e ambientalista Bill Streaver. "L'ultima astronave" è il titolo dello spettacolo di Stefano Benni, nel quale ci si chiede che cosa mettere su un'astronave che lascia la Terra una volta che l'uomo sarà estinto. Il futuro dell'uomo in un pianeta diverso dalla Terra è anche il tema della mostra "Fine del mondo, gli astrofisici rispondono", organizzata dall'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Una prospettiva tutta particolare della fine del mondo, infine, è quella offerta dalla musica tibetana, in scena giovedì 20 con il Tashi Lama, primo cantore ufficiale del monastero di Drepung del Dalai Lama.