Ospitano l'80% del patrimonio natura e 300 milioni di abitanti, fornendo risorse per la sopravvivenza di 1,6 miliardi di persone, circa un quarto dell'umanità: sono le foreste, che l'Onu ha voluto rendere protagoniste del 2011. L'Italia può contare su un patrimonio di 12 miliardi piante.
E' questo infatti l'Anno internazionale delle foreste, che verrà rilanciato ufficialmente in occasione del Forum ad hoc previsto lunedì prossimo al quartier generale dell'Onu, a New York.
Tra gli eventi previsti per le celebrazioni, in Germania è in corso la Green Week di Berlino, fino al 30 gennaio. La Cina ha programmato invece per il 12 marzo una giornata nazionale in cui si pianteranno alberi, mentre Israele deve lanciare il programma per la sua ''Cintura verde'', con la semina di piante.
''L'aria che respiriamo, - spiega Julia Marton-Lefevre, direttore generale dell'Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn) - il cibo, l'acqua, il clima che condiziona il nostro presente e il nostro futuro, dipendono tutti dalle foreste. Il 2011 deve essere l'anno in cui il mondo riconosce la vitale importanza di foreste in salute per la vita sul Pianeta, per tutte le popolazioni e la biodiversità''.
Filo rosso del 2011 sarà dunque una campagna di sensibilizzazione dell'Onu sulla gestione, conservazione e sviluppo sostenibile di tutti i polmoni verdi del Pianeta. Senza dimenticare il ruolo fondamentale di queste spugne naturali che assorbono CO2, vitale nella lotta contro i cambiamenti climatici.
Grazie alle foreste, la stima è che per il periodo 2008-2012 l'Italia risparmierà circa un miliardo di euro in termini di emissioni, nel quadro del protocollo di Kyoto. Ma di quanto verde dispone l'Italia? Per ogni cittadino del Belpaese si contano 200 alberi, per un complesso di 12 miliardi di piante su una superficie di 10,5 milioni di ettari. L'albero piu' diffuso e' il faggio, mentre le regioni piu' affollate di boschi sono Liguria e Trentino (60% del territorio).
L'Anno internazionale delle Foreste raccoglie il testimone del 2010, Anno internazionale della biodiversità, che ha visto i 193 delegati alla decima conferenza della Convenzione Onu sulla biodiversità (Cop10) di Nagoya, assumere un grande impegno: lavorare per la protezione di almeno il 17% delle aree terrestri e il 10% delle aree degli oceani per il 2020, come parte dei nuovi target post 2010 per giungere alla salvaguardia di ecosistemi e biodiversità in tutto il mondo.
Ora i riflettori si spostano sulle foreste, che secondo le ultime stime dell'Iucn generano un valore economico diretto (in termini di cibo, carburante, medicine, energia, guadagni e occupazione), stimato in 130 miliardi di dollari l'anno, cioè l'equivalente delle riserve di oro di Francia e Svizzera. Secondo gli ultimi dati Fao, non cessa però l'allarme deforestazione, nonostante alcuni segnali positivi.
Dal 2000 ad oggi ogni anno il Pianeta ha registrato una diminuzione del patrimonio foreste equivalente all'area di un paese come il Costarica. L'area verde oggi copre il 31% della superficie globale, ma interventi di riforestazione e la naturale espansione in alcuni paesi sono riusciti in una piccola parte a ridurre la perdita netta: si parla di circa 13 milioni di ettari perduti o convertiti ad altro uso negli ultimi dieci anni, rispetto ai 16 milioni del decennio precedente.