Gli oceani assorbono attualmente circa un terzo delle emissioni di Co2 del Pianeta. Questa capacità li sta rendendo sempre più acidi con ripercussioni su ecosistemi e biologia marina.
Proprio sugli impatti legati all'acidificazione degli oceani si è concentrato un incontro che si è appena concluso in Giappone del gruppo intergovernativo di scienziati Onu, Ipcc. Incontro propedeutico al lavoro che porterà al Quinto rapporto di qui a un paio di anni.
Gli scienziati incaricati dall'Onu di studiare i cambiamenti climatici si erano già riuniti una settimana fa a Tsukuba, in Giappone, per mettere a punto e valutare l'andamento del lavoro che porterà alla stesura del nuovo Rapporto.
Sempre in Giappone, ma ad Okinawa, si è invece tenuta la riunione sull'acidificazione degli oceani. Un argomento che nel nuovo rapporto occuperà maggiore spazio rispetto al precedente rapporto anche in seguito all'incremento della ricerca in questo settore (studi sperimentali sulle concentrazioni di CO2 nell'acqua di mare, impatti sulla biologia marina in diverse regioni, e modelli di previsione degli ambienti marino).
Già adesso - si legge sul sito dell'Ipcc - l'acidificazione delle acque degli oceani è riconosciuta come ''una componente fondamentale del cambiamento globale, potenzialmente responsabile di una vasta gamma di impatti sugli ecosistemi, con ulteriori conseguenze sui mezzi di sostentamento e sicurezza alimentare''.
Al nuovo rapporto Ipcc contribuira' l'Italia con Riccardo Valentini, anche presidente del Sistema di osservazione globale, nel ruolo di coordinatore del capitolo sull'Europa che dedicherà particolare attenzione al Mediterraneo.
''Il processo del Quinto rapporto è iniziato - spiega Valentini - e sarà un processo abbastanza lungo che porterà alla fine del 2013 alla stesura del lavoro''. Mentre nel 2014 è prevista la sua pubblicazione.
Per ora - avverte - ''si fa un grosso lavoro di screening della letteratura scientifica, per il solo capitolo sull'Ue saranno, infatti, esaminati circa 4.000 documenti''. Secondo l' esperto la prima bozza del rapporto dovrà ''poi essere sottoposta a una serie di review sia scientifiche che governative''.
Negli incontri del secondo gruppo di lavoro, che si sono tenuti dall'11 al 14 gennaio in Giappone, osserva Valentini, si è cominciata a respirare ''una nuova atmosfera. C'e' una maggiore coscienza dell'importanza che questi rapporti hanno sia per le scelte legate alle politiche energetiche e climatiche sia per l'opinione pubblica. Per questo - conclude - c'è la volontà di rendere tutto più trasparente evitando incomprensioni''.
La prossima riunione plenaria dell'Ipcc, la 33esima, prevista dal 10 al 13 maggio 2011 ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi, dovrebbe avere due grandi temi sul tavolo di lavoro: sia gli eventuali conflitti di interesse degli autori che si occupano del quinto Rapporto Ipcc sia la 'revisione' dei processi interni al gruppo degli scienziati in base alle raccomandazioni dello Iac (Interacademy council) - chieste dal segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon - tra cui si ricordano, per esempio, la creazione di una struttura manageriale e di una comunicazione più efficace.
La prima bozza del Quinto rapporto potrebbe già essere pronta verso luglio, mentre un primo 'draft' di quello che sarà poi il report finito dovrebbe cominciare a circolare non prima del 2012, e comunque soltanto tra gli scienziati.