< La lapide in marmo sfondata, la chiusura di cemento bucata e il loculo vuoto. Dentro quella nicchia fino a ieri riposava la salma di Mike Bongiorno, trasportata da Milano nel piccolo cimitero di Dagnente, vicino Arona, dopo la sua morte l'8 settembre 2009. La scorsa notte qualcuno l'ha portata via, forse per chiedere in cambio dei soldi alla famiglia, anche se un riscatto ancora non è arrivato.
E' stato un cittadino del posto a scoprire questa mattina, intorno alle 10, il macabro furto. Giuseppe Buscaglia, 76 anni, si era recato al cimitero per portare dei fiori sulla tomba della moglie, quando ha visto che quella di Bongiorno era aperta: "Ho notato subito che qualcosa non andava, era tutto rotto, spaccate la mattonata e la lapide. Ho visto il buco, ho guardato dentro ed era vuoto: ho subito pensato ad un altro caso Cuccia", ha detto.
Sì, perchè non lontano, a 2 chilometri da Dagnente, a Meina, quasi dieci anni fa, il 17 marzo 2001, una banda di balordi aveva trafugato la salma di Enrico Cuccia dal camposanto dove il presidente onorario di Mediobanca era stato sepolto il 24 giugno dello stesso anno. Allora erano stati chiesti sette miliardi e mezzo di lire di riscatto, ma in pochi giorni la banda era stata arrestata e la bara del banchiere ritrovata in un fienile in un piccolo paese della Val di Susa.
A Dagnente le indagini dei carabinieri sono partite subito, dopo che il cittadino ha avvisato il custode di quanto scoperto. Questi, a sua volta, ha chiamato le forze dell'ordine e nel corso della giornata sono arrivati anche i Ris di Parma, la 'scientifica' dei carabinieri. I militari hanno ispezionato per tutto il giorno ogni metro del cimitero, alla ricerca di qualche indizio utile a ricostruire l'accaduto. Fotografate le effrazioni del loculo, raccolte le testimonianze del cittadino e del custode, perlustrata tutta la zona immediatamente esterna al camposanto. Qui, sul retro del cimitero, i carabinieri hanno trovato un buco nella rete di divisione, forse utilizzato dalla banda per fuggire.
Ancora non c'è una pista sicura da battere per risolvere il furto della salma di Mike Bongiorno, perchè una rivendicazione non è arrivata e fino a quando nessuno si farà vivo "ogni pista è aperta e si indaga a 360 gradi", dicono gli inquirenti. E' chiaro, però, che quella della richiesta di riscatto sembra la più probabile.
L'unica cosa certa è che la bara è stata trafugata di notte, tra l'orario di chiusura del cimitero (le 18) e quando la mattina è stata scoperta l'effrazione. Altra cosa certa, ma per ora solo per deduzione logica, è che a portarla via sia stato un gruppo di "almeno 5 persone": 4 per trasportare il pesante feretro a spalla e una che aspettava nel mezzo (probabilmente un furgone) con il quale la banda è poi scappata. Non è nemmeno escluso che possa aver partecipato anche qualcun'altro, con funzioni da 'palo' per controllare che tutto filasse liscio. Il gruppo sarebbe quindi scappato facendo un buco nella rete, ma anche questo particolare è da confermare sulla base dei risultati delle analisi del Ris.
I carabinieri hanno anche sequestrato dei filmati di telecamere interne e esterne, sia vicine al cimitero che a Dagnente e nei paesi circostanti per scoprire se compaia qualche veicolo sospetto. Smentita la notizia per la quale i ladri avrebbero portato via anche le registrazioni delle telecamere interne al camposanto.
Vista l'importanza del personaggio, domani il procuratore capo Verbania, Giulia Perrotti, potrebbe rendere pubblico qualche particolare in più sullo stato delle indagini.
La famiglia di Bongiorno si è detta "sbigottita" per l'accaduto: "Mike ha sempre fatto del bene e non si meritava questo affronto, ci appelliamo al senso civile ed al rispetto del sacro che ha il Paese, perchè sappiamo che Mike è nel cuore di tutti gli Italiani". Messaggi di vicinanza e cordoglio sono arrivati da molte personalità del mondo dello spettacolo e delle Istituzioni.