Uccisi dalla crisi. "In Italia ogni anno 3.500-4 mila persone si suicidano. In quest'ultimo anno, però, sono aumentate le richieste di aiuto al nostro Centro da persone arrivate alla disperazione per aver perso il lavoro o che si sentono soffocare dalle difficoltà economiche. Ma anche da chi ha visto un figlio o un marito suicidarsi proprio per questi motivi". A parlare di un aumento del rischio di suicidio legato alla crisi economica è Maurizio Pompili, direttore del Centro per la prevenzione del suicidio dell'Uoc di Psichiatria dell'azienda ospedaliera S.Andrea di Roma.
"Tutte le perdite, da un lutto a un licenziamento - spiega l'esperto all'Adnkronos Salute - aumentano il pericolo di suicidio, perché mettono alla prova la stabilità psicologica e le prospettive future. E incidono soprattutto sui soggetti più vulnerabili. Si tratta di un fenomeno studiato fin dalla grande crisi del 1929, periodo in cui si verfico' un aumento di suicidi soprattutto fra gli uomini". Pompili spiega che proprio i maschi sono particolarmente in pericolo nei momenti di crisi economica. E questo anche tenuto conto del "paradosso di genere per cui, in generale, le donne fanno più tentativi di suicidio, ma gli uomini ci riescono più spesso, con un rapporto di una a tre".
Insomma, "in base agli studi i maschi sono risultati più vulnerabili nei momenti di forte difficoltà economica - prosegue - forse perché il loro ruolo sociale storicamente li porta a garantire il sostentamento della famiglia. E quando non ci riescono, subiscono un colpo particolarmente duro da metabolizzare. Una ricerca condotta in Nuova Zelanda ha dimostrato che per chi perde il lavoro il rischio di arrivare a tentare di togliersi la vita è 2-3 volte più elevato".
Gli specialisti del centro romano, dove è attiva una speciale helpline ad hoc (06-33777740) per prevenire il fenomeno e "che riceve un migliaio di chiamate l'anno da tutta Italia", hanno rilevato una "tendenza all'aumento per quanto riguarda, in particolare, le richieste di aiuto delle madri di soggetti che, prima di togliersi la vita, erano in difficoltà economica".
E se ancora non ci sono dati precisi sugli episodi verificatisi in Italia nell'ultimo anno, "la cronaca ha evidenziato la particolare vulnerabilità, ad esempio - dice Pompili - degli imprenditori del Nord-Est costretti a chiudere le loro aziende. Si tratta di persone che fanno questo lavoro da anni e hanno un rapporto particolarmente stretto con i dipendenti, nei confronti dei quali si sentono responsabili". Questo, insieme all'onta pubblica di un fallimento, puo' innescare una crisi psicologica tale da non permettere al soggetto di vedere altre soluzioni.
"Così - aggiunge lo psicologo - si inizia a sviluppare un pensiero dicotomico: da un lato si aspetta una soluzione 'magica' e irrealistica al problema, dall'altro l'idea del suicidio sembra l'unica mossa possibile" per trovare pace. Ecco perché, conclude, è fondamentale garantire ascolto e assistenza. "Perché il suicidio - assicura Pompili - si puo' prevenire".