Mutilazioni genitali


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In Italia a rischio 3mila bimbe all’anno

Immigrate tornano in Africa per infibulazione l

Fino a tremila bambine all'anno, figlie di immigrate residenti in Italia, rischiano di essere infibulate ed e' piuttosto frequente che le madri portino le figlie nei Paesi d'origine per brevi periodi, per sottoporle a questa pratica. E' una realtà fotografata da Aldo Morrone, direttore dell'Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della poverta' (Inmp) alla vigilia della Giornata Mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, istituita dall'Onu nel 2003.

In Italia ci sono ''30-35 mila donne infibulate'', secondo il direttore dell'Inmp, istituto dove in 10 anni sono state assistite oltre 5 mila donne con complicazioni dovute all'infibulazione, da infezioni a cicatrici cheloidi e fistole.

Il rischio di infibulazione, che riguarda fino a tremila bambine all'anno, secondo Morrone, deriva dal fatto che provengono da Paesi dove e' molto forte questa tradizione (Corno d'Africa, fascia sub-sahariana, Egitto e Sudan) e in assenza di una campagna di sensibilizzazione, le famiglie in questione non sono sollecitate ad abbandonare questo rituale.

In Italia, dal 2007, è in vigore una legge che punisce con un periodo di reclusione fino a 12 anni chi pratica mutilazioni genitali femminili. Per aggirare questo ostacolo, ''capita che le donne immigrate facciano brevi viaggi nei loro Paesi d'origine - sottolinea Morrone - per sottoporre le figlie a infibulazione''.

Per contrastare questa pratica, Morrone ha lanciato una proposta ai Ministri dell'Istruzione e delle Pari Opportunità, Mariastella Gelmini e Mara Carfagna: prevedere ''benefici sociali'', come ''buoni sconto per l'acquisto di libri scolastici, accesso facilitato agli asili nido e alle scuole elementari per le donne immigrate in Italia che, formalmente, rinuncino all'infibulazione per sé e per le loro figlie''.

''Questa misura potrebbe essere un esempio per altre donne - prosegue Morrone - e potrebbe aiutare a diffondere una cultura del rispetto per il proprio corpo'', oltre che eradicare del tutto questa pratica. Il direttore dell'Inmp esclude che operatori sanitari italiani, anche clandestinamente, facciano interventi di questo tipo ma mette in guardia sul rischio che cio' accada nelle comunita' immigrate in Italia piu' isolate e meno integrate.