Paesi arabi e la voglia di democrazia


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I vecchi regimi corrono ai ripari

Parziali aperture agli oppositori, promesse di non restare in eterno al potere, sovvenzioni per i prodotti alimentari. I regimi nei Paesi arabi, temendo un effetto domino, corrono ai ripari per scongiurare il contagio delle rivolte tunisine e egiziane n

Parziali aperture agli oppositori, promesse di non restare in eterno al potere, sovvenzioni per i prodotti alimentari. I regimi nei Paesi arabi, temendo un effetto domino, corrono ai ripari per scongiurare il contagio delle rivolte tunisine e egiziane.

La Libia, guidata da Gheddafi dal 1969, ha deciso di abolire tutte le tasse sulle importazioni di prodotti alimentari e creato un fondo per gli investimenti (soprattutto per nuovi alloggi). Dopo le proteste dei primi di gennaio è stata istituita un'unità di crisi per monitorare la situazione.

PARZIALI CONCESSIONI DEI REGIMI
In Algeria il presidente Bouteflika, al potere dal 1999, dopo le proteste di gennaio contro l'aumento dei prezzi (5 morti e 800 feriti), ha annunciato aperture all'opposizione (spazi per i partiti politici nella tv pubblica) e l'abrogazione a breve dello stato di emer- genza imposto 19 anni fa. Consentite le manifestazioni tranne che ad Algeri. Ordinate misure per aumentare l'occupazione.

In Mauritania, guidata dal 2009 dal presidente Abdel Aziz, le autorità hanno annunciato un ribasso del 30% dei generi di prima necessità, dopo una manifestazione di massa contro il carovita.

In Giordania, re Abdullah II, al potere dal 1999, ha nominato un nuovo premier con l'incarico di portare a termine le riforme politiche e ordinato misure contro l'aumento dei prezzi.

In Sudan, il presidente al Bashir al potere dal 1989 ha riconosciuto il risultato del referendum nel sud che ha sancito l'indipendenza della regione dopo oltre 20 anni di guerra civile. Scontri nelle ultime settimane a causa di tensioni politiche e difficoltà economiche.

In Egitto, dove il presidente Mubarak è stato al potere per 30 anni, nella rivolta popolare si contano quasi 300 i morti e migliaia i feriti.

SEGNALI DI PROTESTA IN DIVERSI PAESI
Da metà gennaio ci sono state diverse proteste nello Yemen dove il presidente Saleh è al potere dal 1978. Saleh ha annunciato di non volersi candidare per un nuovo mandato.

In Marocco,dove re Mohammed VI è al potere dal 1999,il governo ha varato delle sovvenzioni per calmierare i prezzi dei generi alimentari. Un gruppo di giovani ha lanciato un appello su Facebook per una manifestazione pacifica il 20 febbraio a favore delle riforme.

In Siria, il presidente Assad, al potere dal 2000, non sembra disponibile ad un dialogo con l'opposizione le cui manifestazioni sono state finora impedite.