di Emanuela Gialli
“Le donne sono il motore dell’Africa. Noi dobbiamo essere il traino, per l’avanzamento dei loro diritti”.
“L’Africa cammina con i loro piedi” è lo slogan della campagna Noppaw per l’8 marzo. Si può dire che le donne del Maghreb si siano fatte contagiare dall’Occidente? Oppure si tratta dell’azione di spinte intestine del continente africano che muovono lo stesso continente verso i Paesi occidentalizzati?
La donna nel continente africano, anche se è difficile generalizzare, rispetto alle pratiche locali, alle consuetudine e alla religione, comunque mi sento di dire che è il vero motore: motore dell’economia familiare. E’ lei che in Africa si fa carico delle più grosse responsabilità nella gestione della famiglia. Chiunque abbia viaggiato in Africa, avrà visto quanto le donne si occupano dei figli, del lavoro, dell’agricoltura, commercializzano i prodotti della terra. Sono il vero motore dell’economia, su piccola scala. E penso che le donne del Nord del mondo abbiano la responsabilità di fare da traino per le donne del Sud del mondo, per l’avanzamento dei loro diritti. Noi dovremmo essere attente a non perdere questa posizione di “faro”, di riferimento. Non avremo mai una vera emancipazione, se prima non avremo tirato con noi, coinvolto, in questo iter, anche le donne del Sud del mondo. Non possiamo pensare di avere una equiparazione, dimenticandoci di tre-quarti del mondo femminile che questa equiparazione non ce l’ha. Dobbiamo fare da traino.
Provocatoriamente, qualcuno potrebbe dire che facciamo fin troppo da traino: molte donne arrivano da noi, si introducono in vari settori, e sparigliano il campo, sottraendoci la scena. Perché alcune donne pensano questo? Per gelosia o soltanto per paura?
Io non voglio essere giudicante, ognuno ha la propria dimensione culturale, in base alla quale esprime il proprio parere. Io so soltanto che a me fa tanto piacere e tanta soddisfazione mi dà vedere quando le donne di Paesi svantaggiati riescono a farsi strada e a diventare anche autorevoli e riconosciute nel mondo occidentale. Trovo che sia una grande conquista, come donna. Come si può considerare tutto questo una minaccia? E’ inconcepibile.Le donne dei Paesi occidentali, le donne europee, visto che stiamo parlando di questa “testa di ponte” dell’Africa che sta spingendo verso il Mediterraneo, crede veramente, come ha detto prima, che abbiano finora rappresentato un “faro” per le donne africane?
Sul piano delle legislazioni in materia di diritto di famiglia, di eguaglianza nel diritto del lavoro, sono senz’altro un riferimento per tutte quelle donne per le quali l’uguaglianza non è nemmeno sulla carta. Per questo la donna dell’Occidente non deve dare nulla per scontato ed essere sempre molto vigile, attenta. In alcuni paesi, soprattutto in Italia, la figura più promossa dalla pubblicità è quella di una donna scollata dalla realtà: un’immagine fittizia, finta, di qualcosa di semplicemente armonioso e gradevole, mentre il mondo femminile è diverso, per sua natura complicato, articolato. Non vorrei che questo incidesse nel senso di autostima delle donne, delle ragazze, e le inducesse in qualche modo a perdere terreno.
Se è vero che le donne stanno muovendo il Terzo mondo per avvicinarlo al resto del pianeta, a determinare i flussi migratori continuano ad essere per lo più gli uomini.
No, questo non è assolutamente vero. A livello globale, ci sono più migranti donne che uomini. E’ un dato statistico. Ciò ha un peso enorme, sulla donna. Le migranti lasciano a casa i figli, che vengono cresciuti da altri e deprivati della presenza della madre. E queste donne vengono magari nelle nostre famiglie a crescere i nostri figli. I loro, le vivono come bancomat, che mandano i soldi a casa. Sacrificano la loro vita per permettere a noi donne del Nord del mondo di fare le nostre carriere. E’ un prezzo molto alto che le donne del Sud del mondo pagano. Poi ci sono le donne rifugiate, che spesso si portano i figli, perché scappano, per non tornare. E la loro vita è un percorso ad ostacoli. Perché spesso non hanno una forma di assistenza che consenta loro di integrarsi e di riuscire a produrre reddito.
Cosa dovrebbe fare ancora di più la donna occidentale per trainare le donne senza diritti?
Consolidare la propria “postazione”. In tempi di crisi economica, stanno emergendo fenomeni molto tristi, per cui le donne spesso vengono discriminate. Devono essere vigili e salvaguardare la parità che si sono conquistate. Non accettare l’idea della scorciatoia, in qualsiasi ambito e settore, lavorare sodo, essere preparate, brave, più brave degli uomini. La donna dovrebbe riuscire a non essere furba. Il consiglio che do alle ragazze è di essere molto disciplinate, rigorose e programmarsi per ottenere risultati e puntare sulla propria capacità e professionalità.Non crede che la ricerca della scorciatoia sia una conseguenza del senso di “stanchezza” che potrebbe aver connotato ormai le donne nel Dna? In fondo, hanno sempre dovuto fare molto di più degli uomini. Per non parlare di adesso. Poi alla fine, ci sono le nuove generazioni di donne, con le stesse mamme che le spingono a cercare le scorciatoie, perché sanno che altrimenti sarebbe una vita di grandi fatiche, con pochi riconoscimenti.
Con la scorciatoia si fanno passi indietro, si ritorna al palo. E’ il modo per buttare alle ortiche tante conquiste fatte. Vale la pena invece di rifiutare questa logica della scorciatoia. La logica del “tanto lo fanno tutti”. Bisogna rigettare questa mentalità. E’ solo un gioco al ribasso. E’ un ripiegamento, una sconfitta.
Come e quando riusciremo a convincere gli uomini ad essere più “seri”?
Questa è l’altra faccia della medaglia. La maturità femminile negli ultimi anni si è manifestata nel fatto che la donna ha ricoperto ruoli diversi. Gli uomini non sono stati all’altezza del cambiamento che invece le donne hanno vissuto. E c’è molto spaesamento tra gli uomini, che sono in bilico tra la realtà che si trovano a vivere e la nostalgia di quello che poteva essere la dimensione femminile di qualche decennio fa. Penso che ancora debba fare i conti con la nuova donna.
E quando e come la donna potrà divertirsi come fa l’uomo?
Ma tutto questo deve essere fatto con equilibrio e gioia. Non deve essere percepito come un sacrificio. Ci deve essere un equilibrio tra la parte ludica e il rigore, elemento comunque necessario per poter andare avanti e ottenere risultati veri.