I film del week end


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Il rito

di Sandro Calice

IL RITO

di Mikael Håfström, Usa 2011 (Warner Bros.)
Anthony Hopkins, Colin O'Donoghue, Alice Braga, Ciarán Hinds, Toby Jones, Maria Grazia Cucinotta, Rutger Hauer, Chris Marquette, Franco Nero, Marta Gastini, Ben Cheetham, Arianna Veronesi, Rosa Pianeta
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Il senso è: il Male abita vicino a noi, vicinissimo! La soluzione non è ignorarlo o fuggire e nascondersi, ma affrontarlo con convinzione, saldi nei propri valori. Se i film sugli esorcismi sembrano tornati di moda, vuol dire che la metafora funziona.

Michael Kovak (O’Donoghue), conosce bene la morte, la frequenta da bambino, insieme a suo padre Istvan (Hauer) che nella Funeral House di famiglia prepara i cadaveri alle cerimonie funebri. Michael ha visto Istvan preparare anche sua madre, quando lui era bambino, e da allora è come intrappolato in quella liturgia. Si convince che l’unico modo per uscirne è entrare in seminario, senza avere fede, tanto è solo un pretesto e prima della fine si ritirerà. Ma il suo superiore vede qualcosa in lui e gli impone di andare a Roma a seguire un corso sull’esorcismo in Vaticano. Michael è profondamente, intimamente scettico: come può credere al Diavolo, un’entità così indefinita, lui che la Morte la conosce fisicamente, l’ha vista, l’ha toccata, l’ha ripulita insieme ai corpi che per anni ha preparato. Fino a quando non incontra padre Lucas (Hopkins), un sacerdote che la stessa Chiesa nomina con timore, che ha eseguito migliaia di esorcismi, che conosce il Diavolo.

“Il rito” nasce dai resoconti di Matt Baglio, un reporter che per anni ha studiato il tema degli esorcismi, colpito dall’annuncio del Vaticano nel 2007 di istruire il clero sul rito per avere un esorcista in ogni diocesi del mondo. In particolare Baglio ha raccolto la storia del prete americano Gary Thomas, sulle cui esperienze è costruito il personaggio di Michael Kovak. Il regista Håfström, dal canto suo, si muove abbastanza bene sul terreno dei thriller e del soprannaturale, come testimoniano i suoi precedenti “Derailed” e “1408”. Gli attori sono tutti all’altezza (notevole la prova della posseduta, la 21enne Marta Gastini), sovrastati ovviamente da Hopkins, che se in alcuni momenti si cita con inquietanti espressioni alla Hannibal, nel complesso rende credibilmente affascinante il suo personaggio. Un buon film di genere, insomma; genere, dicevamo, che solo negli ultimi tempi ha sfornato titoli come “The exorcism of Emily Rose” e “L’ultimo esorcismo”, tutti figli dell’insuperato “L’esorcista” di William Friedkin del 1973, uno dei pochissimi horror in tutta la storia del cinema che riesce a provocare paura e fastidio anche all’ennesima visione. “Il rito”, che non è propriamente un horror come il capostipite, come quasi tutti da “L’esorcista” riprende la struttura di base: il Male che si nasconde dentro un innocente e che si palesa ferocemente e all’improvviso, il prete esperto ma stanco, il prete giovane ma scettico, la Fede unica arma. In fondo, volendo, in epoca di crisi delle vocazioni questi film potrebbero essere degli spot efficaci per la Chiesa cattolica.