Calcio \ Serie A


Stampa

Il Bari blocca il Milan, derby alla Roma

Al Meazza 1-1. Olimpico: doppio Totti. Udinese a valanga, per ora è terza. Rosanero sconfitti, Fiorentina bene

di Gianluca Luceri

Primo match-point sprecato. L'1-1 dell'Inter venerdì a Brescia, doveva far alzare sui pedali il Milan per l'allungo finale. Invece la grande dignità del Bari, fanalino di coda e quasi condannato alla serie B, ingabbia clamorosamente Ibrahimovic (nervosissimo ed espulso per una manata a Rossi) e compagni. Alzi la mano chi si sarebbe aspettato un risultato diverso dalla vittoria (scontata) della capolista. Quarantacinque punti separavano in classifica i rossoneri dai pugliesi, un gap enorme che però a San Siro non si è visto e sentito. Anzi, i galletti hanno rischiato pure il 'colpo dei colpi' (vantaggio di Rudolf al 39') se solo un altro barese doc non fosse 'intervenuto' a salvare Allegri a sette minuti dal termine. Il nome è quello di Antonio Cassano da Bari Vecchia, autore nel finale (senza esultare) di un 1-1 amaro ma almeno non amarissimo. Milan comunque macchinoso, poco lucido, e che butta nella spazzatura l'occasione di andare a +7 dai 'cugini'. Fra due giornate, al Meazza, sarà però tempo di sentenze, con un fondamentale derby-scudetto.

Dalla frenata del Diavolo, all'Inter impantanatasi al Rigamonti nell'anticipo del venerdì. Stavolta non basta il 19° squillo di Eto'o, una partita non eccezionale ma senza sbavature, il palo di Sneijder e più di un'occasione creata. Come un cane col suo osso, il Brescia affamato di punti per non sprofondare, non molla mai la presa. E negli ultimi cinque giri di lancette, si sfiora il capovolgimento cosmico. Pari di Caracciolo (85') che a ruota (90') si beve il rigore di un 2-1 che avrebbe fatto 'malissimo' ai nerazzurri. Invece l'Airone si fa ipnotizzare da Julio Cesar e Leonardo si può asciugare la fronte perlata di sudore per uno spavento mica da ridere. Il tutto a conferma di questo pazzo e stranissimo campionato che tiene aperte le sue porte a parecchi commensali.

Tra gli invitati al gran ballo, ce n'è una che non t'apetti e che continua a fare mirabilie: è l'Udinese di Guidolin, che continua a vincere, anzi stravincere e a scalare la classifica con un piglio fantastico. Grappoli di reti a Palermo (0-6), grappoli di reti a Cagliari (0-4), preso a pallate sul suo campo dalla solita premiata ditta Di Natale-Sanchez, 36 in gol in due, numeri che tradotti la rendono la coppia di gran lunga più prolifica del campionato. Doppietta di Totò (solitario re dei bomber con 24 centri), immancabile timbro del cileno con uno strepitoso assolo, e sardi inceneriti già dopo un tempo. Come si dice: del 'doman non v'è certezza' ma continuando così, con l'entusiasmo all'ennesima potenza e senza pressioni addosso, gli indiani di Guidolin finiscono dritti dritti in Champions League. E sarebbe un capolavoro con la 'C' maiuscola.

Quinto derby consecutivo vinto dalla Roma tra campionato (4) e coppa Italia (1), e Totti che riaccende all'improvviso tutti gli special, tornando a segnare nella stracittadina dopo un lunghissimo digiuno. La doppietta del capitano giallorosso (su punizione e su rigore) affonda all'Olimpico una Lazio deludente, contratta, che costruisce pochissimo e perde anche la testa nel finale, finendo in nove per le espulsioni di Radu e Ledesma. La nuova Roma di Montella, tre successi e un pari dal suo avvento, rientra prepotentemente nel mucchio-Champions, pur rimanendo ancora sesta. Ma la classifica è cortissima e con nove turni ancora da strappare sul calendario, ogni scenario è possibile. Per Reja, invece, altra bandiera bianca nel derby, partita che da due anni a questa parte gli rimane puntualmente sullo stomaco.

Non basta alla Juve il vantaggio per 0-2 (doppietta Matri) sul campo del Cesena. E' una stagione 'così', con poche certezze e molte sofferenze. E infatti i romagnoli riprendono per il bavero la Signora, accorciando prima con Jimenez e pareggiando all'80' con Parolo. Punto che 'vale' per la formazione di Ficcadenti, punticino insipido per la Delneri-band, ormai fuori da qualsiasi discorso Champions. Resta da inseguire la 'piccola Europa', ultimo ma modesto obiettivo per una squadra protagonista di un'altra stagione fallimentare.

Settimo risultato utile di fila per la Fiorentina, che passa a Verona, aggancia il Palermo a quota 40 e conferma di aver trovato finalmente una solida quadratura. Decide una punizione del redivivo Vargas. Viola sempre più in zona Europa League e Mihajlovic che, seppur tra mille fatiche, comincia a intravedere orizzonti diversi. Il Chievo invece non vince più: gli ultimi tre punti risalgono infatti ad un mese e mezzo fa. Tanto, troppo tempo per una squadra che farà bene a ricompattarsi in fretta: a 32 punti c'è poco da scherzare.

Si rimette in piedi il Genoa dopo due ko consecutivi, prosegue la caduta libera del Palermo, alla quinta sconfitta consecutiva (quattro senza andare in rete). L'effetto-Cosmi non si vede, Pastore è un'ombra, la squadra sembra essersi vaporizzata. A Marassi, è Floro Flores a scattare la foto del match al minuto 77. Vittoria meritata quella del Grifone, anche se Pinilla nel finale potrebbe pareggiare ma si divora l'occasione a tu per tu con Eduardo. Segnali, anche questi, di una crisi rosanero davvero profonda.

Senza la penalizzazione (3 punti), il Bologna sarebbe oggi a 42 in compagnia della Juve: numeri che bastano e avanzano per confermare l'eccezionale lavoro di Malesani. I felsinei espugnano il Via del Mare (Ramirez) e si preparano a vivere questo ultimo scorcio di stagione con il sigaro in bocca: la salvezza è praticamente raggiunta. Altri sogni (Europa League), ci sembrano francamente esagerati. Resta terz'ultimo il Lecce, un pareggio e due sconfitte nelle ultime tre gare. Lo 0-1 interno contro Di Vaio è compagni è un risultato pesante, l'aria è troppo effervescente (lite De Canio-Chevanton), la compattezza del gruppo mostra più di una crepa. Serve in fretta un sussulto, altrimenti il futuro rischia di prendere una brutta piega. Da Di Carlo a Cavasin, nessuna svolta: la Samp prosegue nella sua marcia all'indietro, appena tre lunghezze sopra la zona-B. Una dote diventata piccola piccola specie dopo l'1-0 (gran sinistro di Llama) subito al Massimino dal Catania nello scontro alla 'mors tua vita mea'. Gli etnei sorpassano in classifica proprio i blucerchiati e prendono una consistente boccata d'ossigeno. Ma la partita-salvezza è apertissima e sarà lotta dura fino a maggio.

Nel posticipo serale, rialza le vele il Napoli di Mazzarri che espugna 3-1 il Tardini passando… dalle stalle alle stelle. Primo tempo a tinte gialloblù, Palladino incontenibile e autore al 29' del vantaggio con un gran tiro al volo. Ma la ripresa racconta tutto un altro film. Minuto 52: incursione e assist di Lavezzi, Hamsik (in fuorigioco) pareggia. Minuto 57: lo slovacco ricambia il favore innescando il 'pocho' che raddoppia. Dopo la pioggia, sul Parma arriva pure il diluvio: entrataccia di Galloppa, Morganti lo caccia. Con l'uomo in più i partenopei sfiorano il tris con Zuniga e Cavani, che all'87' confeziona Maggio complice un'imbarazzante difesa emiliana. Gli uomini di Marino restano sull'orlo del baratro, il Napoli sale a -1 dall'Inter e a -6 dal Milan: il cassetto dei sogni è ancora aperto.