di Juana San EmeterioSTREETDANCE 3D
Di Max Giwa –Dania Pasquini,Gran Bretagna 2010, (Eagle Pictures)
Nichola Burley, Charlotte Rampling, Eleanor Bron, Rachel McDowall, Richard Winsor.
Versione inglese dei classici film sulla danza di produzione statunitense, “Street Dance 3D” arriva sui nostri schermi dopo un grande successo in patria. Classico film per teen-ager ci mostra il mondo di questa danza che è una fusione fra hip-hop, breaking, popping e locking, un ballo molto complesso, preciso e alquanto impegnativo a livello fisico, nato agli inizi degli anni settanta.
Carly (Nichola Burley) è un’adolescente che coltiva un sogno: vincere la gara per i migliori ballerini di street dance. La sua crew di amici sta cercando di qualificarsi per le finali del campionato inglese, quando Jay, il suo compagno e fidanzato, rimette tutto in discussione e lascia il gruppo. Anche se la ragazza non smette di crederci, sembra che le possibilità siano compromesse. Per completare l’opera ci si mette anche la sfortuna, facendogli perdere la sala prove. Tutto cambia quando incontra Elena ( Charlotte Rampling), insegnante di danza classica impressionata dall'energia di Carly e del suo gruppo. Elena le propone un accordo: può fare le prove con la sua crew in uno studio dell'Accademia di Balletto se Carly s'impegna a condividere la sua passione e il suo lavoro con gli allievi dell'Accademia in vista dei provini per l'ingresso al prestigioso Royal Ballett. Tra i due mondi, lo shock è violento. L'accademismo e la "scuola della strada" sembrano del tutto incompatibili ma.
“Street Dance 3D” diretto a quattro mani da Max Giwa e Dania Pasquini, da una sceneggiatura di Jane English, è ben fatto e regala al pubblico più giovane una storia semplice ma positiva, ambientata in luoghi ben costruiti con ottime coreografie e buona musica. Protagonista naturalmente è la danza che viene declinata nelle sue diverse espressioni. Il “Breaking Point”, la crew nata dalla fusione degli streetdancers e i ballerini classici, rappresenta un universo aperto dove si fondono culture e tecniche diverse, in cui il confronto diventa un modo di conoscersi e capirsi per creare qualcosa di nuovo.