Ad Ancona l'attività per l'ordine pubblico


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La rocambolesca vita di Rochi

La ‘rinascita’ di un pastore tedesco con la Polizia di Stato rochi_296

di Nello Rega

Oggi la sua vita è cambiata radicalmente. Riceve dolcezze e attenzioni ma anche ordini che esegue alla perfezione. Per tutti si chiama Rochi, per il suo “padrone” è Rocco. Un pastore tedesco di 3 anni e mezzo con un’infanzia rocambolesca alle spalle. E’ diventato il punto di riferimento dell’attività del Distaccamento Cinofili della Questura di Ancona.

Con la sua mole imponente e lo sguardo che non lascia spiragli di “dolcezza”, Rochi è uno dei 12 cani a disposizione della Polizia di Stato del capoluogo marchigiano per coadiuvare l’attività di ordine pubblico, contrasto al traffico di droga, ricerca di ordigni e esplosivi. “Un giorno mi sono trovato di fronte a Rochi e l’impressione che ho subito avvertito è stata di disagio. Avevo sentito parlare del suo passato e delle condizioni nelle quali era stato allevato. Alla fine è stata una sfida che mi è piaciuta accettare. Oggi è il mio compagno inseparabile di lavoro”.

L’appuntato Fabrizio Lanni è il conduttore cinofilo del Distaccamento della Questura anconetana. Nelle sue parole vi è tutto il dramma nel quale Rochi è vissuto fino a quel giorno. Rochi apparteneva ad una famiglia di Viterbo che lo aveva preso da cucciolo. Non avendo esperienza con gli animali, e in particolare con i cani, i padroni di Rochi non gli avevano fornito alcuna educazione e non avevano stabilito quel rapporto da “capobranco” nei confronti del cane. In pochi mesi il cucciolo si era trasformato nel leader del gruppo familiare facendo sentire la sua potenza fisica e la sua pericolosità. Infatti in pochi giorni aggredì marito, moglie e figlia. Dopo l’aggressione la famiglia decise di disfarsi di Rochi dandolo a un parente che rinchiuse il pastore tedesco in un terreno di famiglia. Qui le condizioni peggiorarono fino a costringere il cane a rompere la catena e fuggire.

La corsa verso il nulla di Rochi fu interrotta dal servizio antirandagismo dell’Asl che lo consegnò al canile di Viterbo. Qui, per la sua riconosciuta aggressività, fu deciso di abbatterlo. Grazie all’intervento di una funzionaria della struttura fu trasferito nel Centro cinofilo della Polizia di Stato di Nettuno per tentare la sua rieducazione e il collocamento in attività. Grazie alle sue innate capacità, Rochi ha passato tutte le prove per essere selezionato come cane-poliziotto. Subito è partito il suo addestramento. Poi, un giorno, l’appuntato Lanni è stato chiamato a un periodo di affiatamento e addestramento con Rochi.

“Non è stato facile. All’inizio avevo timore. Poi, giorno dopo giorno ho cominciato a dare al cane dolcezze e attenzioni. Ha provato a mordermi ma non mi sono scoraggiato. Alla fine ho vinto io, si fa per dire, e oggi sono il capobranco. Lui mi riconosce come il leader e siamo diventati una coppia inseparabile”. L’attività di Rochi è quella di coadiuvare le forze di polizia nell’ordine pubblico. Da solo riesce in uno stadio a tenere a bada anche un centinaio di tifosi scalmanati e pronti a tutto. Un deterrente efficace per evitare incidenti in un campo di calcio e per garantire l’incolumità degli spettatori. Il suo addestramento, o quello di un altro cane addetto all’ordine pubblico, è basato sul gioco. Attraverso l’uso di braccia di gomme gli vengono impartite le nozioni dell’aggressione e del tenere fermo un malintenzionato.

Quando Rochi si avventa sul braccio esercita una pressione con la bocca di 12 chilogrammi per centimetro quadrato di morso. Due denti fanno pressione per 24 chilogrammi. Se si pensa ai suoi 28 denti la pressione è superiore ai 300 chili. Ovviamente la sua presenza in uno stadio è un deterrente. La gente passandogli vicino è intimorita. A volte lo sfida e in questi casi da parte del conduttore serve una forza notevole per tenerlo al guinzaglio. Con Rochi, per l’ordine pubblico, nel Distaccamento cinofilo anconetano vi sono altri 3 pastori tedeschi: Iron, Burton e Gisa. Tre bellissimi cani molto più equilibrati di Rochi e con un passato non di sofferenze e ostilità. L’attività dei cani addetti all’ordine pubblico dura mediamente fino a 10 anni. Rochi ha davanti a se 6 anni e mezzo. E poi? “Il mio sogno è quello di portarlo a casa, quando andrà in pensione, e cercarlo di integrarlo nella famiglia. So che sarà una missione difficilissima ma ci proverò”.

L’appuntato Lanni, che con Rochi ha stabilito un rapporto unico, vorrebbe che andasse così. Chissà. Guardando negli occhi “Rocco”, come lo chiama il suo conduttore, il desiderio sembra essere lo stesso. Per il momento è un fiore all’occhiello nell’attività di ordine pubblico e così continuerà ad essere. Insieme e uniti.

> ROCHI IN AZIONE: VIDEO - FOTO