Il Consiglio dei ministri avrebbe deciso una moratoria di 12 mesi sul nucleare. Lo riferiscono fonti governative.
Dodici mesi di moratoria e 24 mesi per l'elaborazione della strategia nucleare. Sono questi i tempi che, a quanto si apprende da fonti governative, il consiglio dei ministri ha indicato oggi per l'iter del ritorno all'atomo. Nel provvedimento correttivo al decreto 31 sulla localizzazione dei siti, la strategia era infatti prevista originariamente a distanza di tre mesi dall'approvazione del provvedimento. Ora, con l'approvazione della moratoria di un anno, il termine per la definizione del piano programmatico è invece spostato ulteriormente in avanti a 24 mesi.
Il nucleare si ferma per un anno. Dopo il disastro giapponese e l'annuncio della "pausa di riflessione", il Consiglio dei ministri ha approvato una dichiarazione per una moratoria di un anno sulle decisioni relative alla ricerca dei siti per le centrali nucleari. La decisione è apprezzata dai presidenti delle Camere, ma non convince l'opposizione, timorosa che possa trattarsi di una 'manovra' destinata a svuotare di senso il referendum.
SAGLIA, NO A DECISIONI SULL'ONDA DELLE SUGGESTIONI - La politica, in campo energetico, non "deve assumere decisioni sull'onda delle suggestioni, ma sull'onda delle certezze che la tecnologia può dare". Lo sostiene il sottosegretario alle attività produttive Stefano Saglia, che ha aperto Offshore Mediterranean Conference a Ravenna. Gli eventi degli ultimi anni, sia la crisi ambientale del golfo del Messico, sia il disastro di Fukushima, pongono al centro, secondo Saglia, l'esigenza di una "politica duratura". "Le risorse fossili - ha detto - sono una risorsa esauribile e su di noi grava la responsabilità dello sfruttamento, bisogna utilizzare il patrimonio energetico per dare all'umanità la tecnologia necessaria al futuro. Le fonti rinnovabili hanno fatto un grande progresso, occorre investire in ricerca, ma servono risorse economiche e quindi bisogna valorizzare al massimo le risorse minerarie ed energetiche".