Atlante delle crisi


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Un ruolo per l'Italia

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“L’ambizione dell’iniziativa di ‘Afgana’ giustifica tutto il tempo richiesto e il rinnovarsi ogni anno dei fondi ad essa destinata”, sottolinea Elisabetta Belloni, direttore generale della Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri. “I recenti eventi nel Maghreb insegnano quanto sia importante la voce della società civile. I processi di democratizzazione e stabilizzazione devono accompagnarsi a processi di presa di coscienza sulle finalità che un popolo si vuol dare”. “Promuovere questa consapevolezza diventa fondamentale se si vuol dare un senso ad un progetto di sviluppo, che vada al di là dei processi economici”.

“Ogni individuo deve sapere cosa vuole per il suo Paese. La scelta di trovare subito l’interlocutore locale e non voler imporre scelte proprie dall’alto mi è sembrata ottima”. “Nella transizione verso la democrazia, dobbiamo dimostrare di saper garantire una sempre maggiore presenza civile, fino a farla diventare predominante rispetto a quella militare”. “I movimenti studenteschi e imprenditoriali che stanno nascendo sono importantissimi e vanno assolutamente coinvolti nei nostri piani di sviluppo”, conclude Belloni.

Gabriele Checchia è l’inviato speciale del ministero degli Esteri per Pakistan e Afghanistan. “A livello internazionale –rileva- il 2011 è considerato l’anno del sostegno internazionale al dialogo inter-afgano. Noi perseguiamo un progetto di riunione intorno a un unico tavolo, che porti a una visione condivisa del Paese che si vuole costruire”. “E’ necessario che la riconciliazione politica avvenga senza interferenze. I valori afgani sono stati spesso calpestati e oggi tra i cittadini c’è tanta voglia di riprendersi. La natura multietnica della società è una risorsa che va tenuta sempre in grande considerazione”.

“L’Italia –aggiunge Checchia- sta facendo molto nel sostegno alla società civile, specie nel rapporti tra centro e periferia”. “Tra i nostri obiettivi c’è quello di rendere credibile l’attività delle istituzioni presso le popolazioni periferiche, per assicurare prevedibilità e trasparenza dei fondi che da Kabul vanno nelle province”. “La comunità internazionale è pronta a dare una mano a far sì che scelte dettate dalla mancanza di alternative possano convergere verso un percorso di pace assieme agli altri soggetti della società afgana”.