Atlante delle crisi


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Rischi e contaminazioni

Civili e militari soldati_afghanistan_296

Il percorso di “Afgana” inizia nel 2007, con un appello politico che aveva uno dei suoi capisaldi nell’appoggio alla società civile, qualcosa di assai diverso rispetto a ciò di cui si sente parlare quando ci si occupa dell'Afghanistan. Il neonato Comitato afgano della società civile , spiega il coordinatore di "Afgana” Emanuele Giordana, non comprende le solite organizzazioni non governative finanziate dall’Occidente, ma raggruppa soggetti molto diversi che la pensano anche in maniera molto diversa, ma convergono sul desiderio di vivere in una società pacifica.

“Abbiamo registrato con piacere che tra i referenti del Comitato non è mai emerso l’elemento dell’etnicità. Questo è un valore aggiunto e un tassello fondamentale nella ricostruzione”, aggiunge Emanuele Giordana. “Non c’è alcuna criminalizzazione delle Ong che collaborano con la Nato, ma il desiderio di separare le cose è piuttosto chiaro”. “Nella costruzione del futuro dell’Afghanistan, da un lato ci sono le organizzazioni, le istituzioni estere e le missioni militari, dall’altro la società civile locale. E’ di fondamentale importanza che a queste ultime venga dato sempre maggior peso”.

“I militari costruiscono pozzi, scuole e altre strutture utili. Perciò quando una Ong costruisce una scuola può essere vista come un organo militare”, osserva Nino Sergi, presidente di Intersos. “La confusione c’è, malgrado da anni noi cerchiamo di separare i due ambiti tra cooperazione militare e civile”. “Occorre distinguere le cose anche in termini di finanziamenti”, gli fa eco Battiston. Guardando quanto si è stanziato per aiuti allo sviluppo civile, vediamo che metà dei fondi civili Usa sono andati alle 4 province più insicure, che non sono necessariamente le più bisognose”.

“C’è uno straordinario aprezzamento per quanto i nostri soldati stanno facendo per la sicurezza dei civili”, rimarca Gabriele Checchia della Farnesina. “Direi che i processi civile e militari sono complementari. La Cooperazione italiana e le Ong non possono operare se non in presenza di un quadro securitario garantito, questo è assolutamente fondamentale”. “Comunque –conclude- si sta andando verso un quadro di rafforzamento delle istituzioni civili, nel 2014 il ritiro delle truppe sarà completato”.