Formula 1, torna il Mondiale


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Riparte da Melbourne la caccia alle Red Bull

La Ferrari vuole cancellare la delusione di Abu Dhabi. I test invernali confermano la supremazia dei quattro top team b

Si comincia con due settimane di ritardo e con il numero uno sulla livrea dell’auto del più giovane campione del mondo mai laureato dalla Formula 1. Si riparte con un inevitabile pensiero a quello che per la Ferrari fu il disastro di Abu Dhabi. Una catena di errori per quella che doveva essere la gara, quasi il vernissage, del titolo di Alonso (e che si è trasformata nell’agonia di un numero infinito di giri nei tubi di scappamento dell’insorpassabile Petrov). Domenica il circus si presenta al via sulla griglia di Albert Park, a Melbourne con Ferrari, McLaren e Mercedes intenzionate a far scendere dal trono la Red Bull dell’iridato Vettel.

I test invernali, seguiti dal supplemento di prove autorizzato dopo l’accantonamento (per ora momentaneo, la decisione definitiva sarà presa a maggio) del Gp del Bahrain, hanno evidenziato che fra queste quattro scuderie sembra esserci un certo equilibrio. Un dato abbastanza noto per Red Bull, McLaren e Ferrari (che nei test ha scaricato la rabbia per il mondiale buttato al vento percorrendo circa 5.000 chilometri), un po’ meno per la Mercedes: le frecce d’argento hanno sorpreso tutti presentando uno Schumacher in grande spolvero nell’uscita a Montmelò. Conferme per Vettel e Webber, qualche mugugno per Hamilton e Button. In attesa dei primi riscontri veri in gara questa è la fotografia. Ma i team sono dodici e non quattro. Gli altri otto sperano di non stare a guardare. E non manca qualche preoccupazione per tre di loro, le tre che hanno esordito lo scorso anno e non hanno raccolto nemmeno un punto in 19 gare. Hispania (ora HRT), Virgin e Lotus dovranno dare segni di vita sia per garantire l’afflusso di capitali dai rispettivi sponsor, sia per evitare la tagliola della nuova regola del 107%, che potrebbe estrometterle dalle griglie dei Gp.

Per tutti c’è l’incognita gomme. Il nuovo fornitore unico è Pirelli, che prende il posto di Bridgestone. Le scuderie hanno provato le coperture e non sembra che siano riuscite a trovare (ma potrebbe essere pretattica) la quadratura del cerchio. In molti hanno lamentato un deterioramento rapido, in caso di asfalto particolarmente abrasivo le gomme durerebbero pochissimi giri. Ciò costringerebbe a un maggior numero di soste, con conseguente sconvolgimento delle classifiche di gara e probabile aumento dell’incertezza fino agli ultimi giri. Forse un sistema, per quanto involontario, per far salire l’emozione negli spettatori più ortodosso di quello proposto da Ecclestone (bagnare artificialmente le piste). Tuttavia il vero ‘tuffo al cuore’ gli sport motoristici lo danno con il sorpasso sul circuito, non con quello ai box determinato dalla strategia dei team o dalla forza maggiore.

Quindi, in attesa di verificare l’effettiva tenuta delle gomme, in chiave sorpassi fanno sperare ben di più altre due novità, o quasi. Perché il KERS non è una novità in quanto era già stato abbondantemente provato nel 2009 e poi vietato (dietro accordo dei team) nel 2010. Il dispositivo per il recupero dell’energia cinetica dispersa in frenata può fornire quei cavalli in più che consentono il sorpasso alla ‘staccata’. La reintroduzione dell’apparecchio è oltretutto una sfida per gli ingegneri: nel 2009 le auto non partivano con il pieno di benzina necessaria a completare la gara (la regola è stata introdotta nel 2010), quindi i serbatoi erano più piccoli e c’era più spazio. Adesso lo spazio bisognerà inventarlo. E’ una vera novità, invece, l’altra modifica tecnica: il pilota, in punti predeterminati del circuito e se si trova a meno di un secondo dalla vettura che precede (tutti i dati sono verificati dal Gps) può modificare l’incidenza dell’alettone posteriore per guadagnare velocità. In sostanza l’auto avrà un assetto variabile in fase di sorpasso e nelle altre condizioni di gara. L’unione di KERS e alettone variabile dovrebbe diventare un ingrediente importante per vivacizzare la battaglia fra i piloti anche in quei circuiti dove non è facile trovare punti per attaccare.

Fra tante speranze, per lo spettacolo e per i tifosi, qualche certezza. Intanto la Formula 1 sbarcherà in India a fine ottobre (il Gp è ancora sub judice, ma le indicazioni sono positive) mettendo a segno un nuovo colpo nella strategia di allargamento perseguita da Ecclestone: Malesia, Abu Dhabi, Bahrain, Turchia, Cina, Corea. La gara in India era in preparazione da quando il magnate Vijai Mallya entrò nel circus nel 2008 acquisendo la Spyker (ex Midland, ex Jordan) e ribattezzandola Force India. L’altra certezza è rappresentata dalle dieci candeline che Alonso idealmente accenderà a Melbourne: lo spagnolo, due volte campione del mondo con la Renault, comincia la decima stagione in Formula 1. A Maranello si augurano che possa spegnerle con un nuovo titolo in bacheca.